Altro che don Camillo e Peppone. Ieri a Salerno si è aggiunto un nuovo capitolo alla vicenda San Matteo e allo scontro tra la Chiesa ed il Comune di Salerno. Forse l’atto più grave che potesse consumarsi sotto lo sguardo (anzi le due facce) di San Matteo, a pochi giorni dalla festa patronale. I vigili, infatti, avrebbero fatto smontare gli altoparlanti installati nei pressi del Duomo perché privi dei permessi. Si tratta degli altoparlanti utilizzati da Monsignor Moretti al termine della processione ed in occasione della benedizione finale alla città il 21 settembre. Ma questa volta dal Comune, dopo i mancati fuochi, l’annunciata assenza del sindaco Napoli e di altri “avvisi” vari, si è passato ad un vero e proprio attacco senza precedenti alla Curia. Per ora Monsignor Moretti pare non si sia scomposto, chiedendo ed ottenendo soccorso da parte della famiglia Natella pronta ad ospitare sul suo balcone i due altoparlanti. A Palazzo di Città, in mattinata, si era già sollevata la polemica sulla mancata partecipazione del Comune alla processione. «Che il sindaco Napoli abbia chiarito che non parteciperà alla processione religiosa per San Matteo perché ha altro da fare non mi meraviglia di certo – spiega Roberto Celano – È notorio, infatti, che Vincenzo Napoli è ateo (solo taluni parroci fingevano di non accorgersi o di non sapere, sponsorizzando apertamente un primo cittadino dai valori non coerenti con quelli professati dalla Chiesa!) e la sua non partecipazione alla festa religiosa in onore del Patrono della città non mi meraviglia ed, anzi, mi pare perfino un atto di coerenza. Meglio non esserci che esserci solo per apparire, come accadeva a qualche suo “compagno” e mentore che, invero, finiva per trasformare un evento religioso in uno show, in un rito pagano, richiamando applausi e consensi. Non sarebbe, però, tollerabile se alla festa del Patrono della città, che è la festa dei salernitani tutti, dovesse mancare la fascia tricolore in rappresentanza del Comune e della sua amministrazione. Napoli può non esserci, anzi meglio essere assenti che fingere di “credere”, ma la fascia ed il gonfalone, simboli di Salerno e dell’intera amministrazione, non potranno, non dovranno assolutamente mancare. Al rito religioso si partecipa per onorare il Santo e la città, non certo per compiacere il clero o chi temporaneamente regge la Chiesa cittadina, che, in ogni caso, merita rispetto e considerazione». Ancora Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia: «Napoli eviti polemiche puerili su San Matteo e parli del sito di compostaggio. Premesso che nulla cambia per i salernitani è indegno usare così le Istituzioni. Un sistema di potere che ha l’obiettivo di controllare tutto e tutti e che va in tilt quando trova interlocutori ‘liberi’. Enzo Napoli ci risparmi polemiche puerili e poco istituzionali. Parli delle cose concrete. Un sindaco avrebbe speso due parole sulla inchiesta di Cronache. Avrebbe spiegato qualcosa sui costi, sulle assunzioni, sulle proroghe per il sito di compostaggio. Faccia gli auguri alla città ed eviti polemiche». (andpell)
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