Popolari e Moderati lancia ufficialmente la campagna elettorale. Il coordinatore Aniello Salzano sgombera il campo da ogni ipotesi: il movimento politico sarà in campo a sostegno della coalizione di centrosinistra.
Salzano, ormai si è in piena campagna elettorale. Qual è la sua opinione in questo scenario ancora work in progress?
«Pare che Azione ed alcuni Consiglieri regionali di area centrista abbiano in mente di appoggiare alla Presidenza della Regione un eventuale candidato di “chiara matrice moderata”. È per questo motivo che il centrodestra, pur di guadagnare voti e nuovi adepti alla causa, rinuncerebbe ad esprimere un candidato di stretta osservanza. Del resto c’è la convinzione che in Campania per vincere occorre l’apporto di quel segmento politico lontano dall’anima radicale della destra e distante dal massimalismo di sinistra».
E i Popolari e Moderati cosa faranno?
«I Popolari e Moderati ritengono che i cattolici democratici, i liberaldemocratici e i riformisti, specie in questo contesto storico-politico, non possano condividere una scelta che vada in tal senso poiché sarebbe sbagliato, dal momento che nel centrodestra il Dominus è il partito dei Fratelli d’Italia, molto lontano dai principi e dai valori dell’area popolare. A differenza degli anni passati quando era il partito di Berlusconi, Forza Italia, a guidare la coalizione di centrodestra di cui rappresentava l’architrave. Del resto, era pur sempre un soggetto politico di ispirazione liberale, nel quale avevano trovato ospitalità ex democristiani e tanti provenienti dall’area laica e socialista. Quel partito, Forza Italia, intercettando i voti del centro e di chi semmai voleva votare a destra, li rendeva moderati. Oggi è il partito della Meloni ad essere egemone nel centrodestra. Chi ha come riferimento la cultura popolare e affonda le proprie radici nella dottrina sociale della Chiesa, chi proviene dal riformismo socialdemocratico, ritengo non possa trovare terreno di collaborazione politica e programmatica con la destra post-fascista e la Lega di Vannacci».
Dove si posizioneranno oggi?
«A Salerno nel 2021, alle elezioni amministrative, i Popolari e Moderati furono chiamati a scegliere tra centrodestra e centrosinistra. Non ebbero esitazione alcuna! Scelsero di essere la gamba moderata nel centrosinistra, di bilanciare al centro il programma della Sinistra, di ricostruire un’area in cui i cattolici democratici e i riformisti collaborassero per affrontare concretamente i problemi reali della gente. Il tentativo fatto ha dimostrato che c’è uno spazio enorme capace di accogliere il mondo cattolico disperso, dopo la dissoluzione della Democrazia cristiana, e con esso quello liberale e civico, cioè una realtà composita che altrimenti si asterrebbe dal voto e che invece occorre recuperare sotto “una nuova tenda”. Quella che a Salerno è stata una intuizione felice dei Popolari e Moderati, ora la si sta replicando in altre realtà: a Napoli con la regia del Sindaco Manfredi, altrove con Alessandro Onorato, l’assessore di Roma con delega ai Grandi Eventi, con Ernesto Maria Ruffini che lancia un progetto per “colmare il vuoto al centro” lasciato dal PD di Elly Schlein. Insomma si assiste al tentativo di unire in una forza moderata, alleata ma distinta da PD ed altre forze di sinistra, i cattolici democratici, i liberaldemocratici e i riformisti, almeno finché la legge elettorale rimane maggioritaria ed obbliga ad alleanze con partiti di diversa ispirazione. Possiamo dire che a Salerno siamo stati, in un certo qual senso, laboratorio e antesignani?».
Qual è l’obiettivo del partito?
«L’obiettivo dei Popolari e Moderati è far crescere quest’area di centro, attrarre quella parte di elettori che disertano le urne, coprire lo spazio lasciato vuoto da una grande partito qual è stato la Democrazia cristiana, di raccogliere quindi il voto moderato, quello dell’associazionismo cattolico e dei democratici liberali. A Salerno si è iniziato e si vuole continuare in questo progetto. Per riuscirci, però, occorre dimostrare di avere capacità amministrative, la forza di formare e mettere in campo una classe politica, la voglia di affrontare i problemi reali della gente, di attuare una politica che torni ad essere alta, di realizzare ciò che è stato pensato e progettato, perché come diceva De Gasperi “politica vuol dire realizzare”; di migliorare le condizioni di vivibiltà della città e la qualità della vita, di pensare ad una rinnovata rigenerazione urbana con “Progetti di finanza”, e soprattutto di assicurare un buon governo municipale, ritenendo la politica, come ripeteva Paolo VI, “la più alta forma di carità”».
Troppi problemi caratterizzano oggi la città di Salerno…
«I problemi a Salerno sono tanti, i Popolari e Moderati li conoscono nella loro gravità ed urgenza di soluzione. Il futuro dei giovani, per es., non deve né può continuare ad essere lontano dalla loro città di origine, la quale, senza di loro, rischia di diventare più povera, un luogo che lentamente si spegne. Consapevoli delle tante criticità che affliggono Salerno, dal verde pubblico alla mobilità urbana, dall’assenza di servizi efficienti per anziani alle diseguaglianze sociali, dalla disoccupazione giovanile agli spazi ricreativi e strutture sportive, dalla sicurezza alla salvaguardia dell’ambiente, ambiscono a candidarsi a guidare i processi di sviluppo e di crescita della nostra città insieme alle forze politiche progressiste e riformiste. Non per difendere privilegi, ma per dare voce ai troppi che oggi non hanno voce».





