di Monica De Santis
Dalla prossima settimana si potrà tornare nelle discoteche, che al chiuso potranno ospitare al massimo la metà delle persone previste dalla capienza del locale. Il nuovo decreto sulle percentuali massime di presenza all’interno delle strutture, da quelle sportive a quelle di carattere culturale, va oltre il parere già fornito nei giorni scorsi dal Cts e sulle sale da ballo prevale la linea politica della Lega, che aveva spinto per alzare le soglia prevista dagli scienziati e permettere una boccata d’ossigeno per i gestori dei locali. “Era ora, dopo 20 mesi di chiusura adesso possiamo finalmente tirare un piccolo sospiro di sollievo”, dice Salvatore Pizza, titolare del locale “Mascalzone Latino” a Pontecagnano, noto soprattuto per le serate da ballo caraibiche. “Sicuramente il 50% è molto meglio del 35 % consigliato dal Cts. Perchè lo si capisce da soli che con il 35% saremmo riusciti al massimo a coprire i costi, invece con il 50% possiamo iniziare anche a recuperare un po’ di quello che abbiamo perso in questi 20 mesi di chiusura forzata”. Dunque la decisione del Governo mette un po’ di pace tra i titolari delle discoteche che finalmente riaprono le loro porte, ma al tempo stesso fa esulare anche il mondo del teatro e del cinema che dalla prossima settimana tornano al 100% in presenza. E con loro esulta anche il ministro per i beni Culturali, Dario Franceschini, che incassa il sì alla sua richiesta di ritorno totale in presenza per musei, cinema e teatri. Le nuove disposizioni, secondo quanto prevede la bozza del documento approvato all’unanimità in Cdm, entreranno in vigore da lunedi’ 11 ottobre, data in cui scatterà in zona bianca la piena capienza per i luoghi di cultura, come cinema e teatri, mentre per le discoteche l’asticella è fissata al 50% al chiuso e al 75% all’aperto, per lo sport 60% al chiuso e 75% all’aperto (si allarga dunque anche la percentuale per gli stadi, che finora invece era al 50%). E nei musei è “soppressa” la norma che prevede l’obbligo del “rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro” per i visitatori. Ovunque è obbligatorio il Green pass, oltre all’utilizzo della mascherina. “Ora possiamo iniziare a guardare con ottimismo verso il futuro – prosegue il signor Salvatore Pizza – in questi venti mesi personalmente ho avuto perdite del 70%. L’unica cosa che ho potuto offrire ai miei clienti è stato il servizio di ristorazione e per un locale specializzato in serate da ballo, non è il massimo. Anche perchè da noi si organizzavano eventi, concorsi, feste. Invece per andare avanti ci siamo dovuti accontentare di un po’ di musica da sottofondo senza poter ballare o fare altro”. Resta però inteso che queste disposizioni valgono solo per le zone bianche, mentre in zona gialla, per teatri e cinema il limite è fissato al 50%, per gli impianti sportivi al chiuso al 35% e all’aperto al 50%. Anche le multe, per chi non rispetta le regole, saranno piu’ dure. Nel caso in cui non vengano rispettati dai gestori i nuovi limiti, a partire dalla seconda violazione – se commessa in giornata diversa – la nuova norma prevede che si applichi “la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da uno a dieci giorni”. Tra gli obblighi, è anche previsto che nei locali al chiuso sia garantita la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo dell’aria e – in discoteca – la mascherina potrà essere tolta solo in pista quando si balla. A parlare di un “barlume di speranza” sono i gestori delle discoteche: “per noi, fermi da due anni, è un inizio”, commentano i proprietari dei locali auspicando di poter “alzare l’asticella con un andamento positivo della pandemia così come è stato già fatto per tante altre attività”. Il decreto in effetti non esclude variazioni, in qualsiasi senso: “in relazione all’andamento della situazione epidemiologica e alle caratteristiche dei siti e degli eventi” – si legge – potrà infatti essere stabilita “una diversa percentuale massima di capienza consentita”. “Ora possiamo anche iniziare a pensare alle prossime feste di Natale e ad organizzare il Capodanno – prosegue il signor Pizza – ovviamente dobbiamo rimanere in zona bianca, ma su questo sono molto, ma molto fiducioso. Credo che nessuno di noi abbia voglia di ritornare indietro e di subire nuove chiusure o restrizioni”. A battersi affinchè restassero i limiti fissati nell’ultimo parere del Cts (35% per le sale da ballo al chiuso) era stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che fino a qualche ora prima del Cdm – a chi gli chiedeva un commento sulle sale da ballo – aveva replicato: “in questi mesi abbiamo sempre messo avanti il diritto alla salute”. Soddisfatto invece il ministro delle Autonomie, Mariastella Gelmini: “è un successo per li centrodestra e una boccata d’ossigeno per l’intero Paese e per tante attivita’ economiche”, dice. Entusiasmo anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e dalla Lega, che con i suoi ministri ha anche ottenuto di escludere i dipendenti delle discoteche dal calcolo delle percentuali. Da Salvini a Giorgetti, per il Carroccio i nuovi provvedimenti sono stati definiti come “un primo passo”, in attesa dell’evoluzione dei dati sanitari. Non solo capienze in funzione anti-Covid. Il decreto introduce anche nuove disposizioni sulla privacy e su questo aspetto prevede meno paletti per l’uso dei dati tra amministrazioni pubbliche, che è “sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti”. Novitàanche sul tema del revenge porn: a rivolgersi al Garante, per segnalare immagini o video a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano e diffusi senza il proprio consenso, potranno essere anche i ragazzi dai quattordici anni in su.