Salvatore Montemurro: «C’è grande superficialità nell’affrontare l’esperienza con un Pastore tedesco» - Le Cronache
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Salvatore Montemurro: «C’è grande superficialità nell’affrontare l’esperienza con un Pastore tedesco»

Salvatore Montemurro: «C’è grande superficialità nell’affrontare l’esperienza con un Pastore tedesco»

di Erika Noschese
Si attende ancora l’esame autoptico per dare risposte alla morte di Rolando Bottiglieri, l’uomo di 80 anni ritrovato in una pozza di sangue la sera del lunedì in Albis, forse aggredito dal suo cane, un pastore tedesco di proprietà della figlia. La tragedia si è registrata in Via Grisignano, civico 15. A lanciare l’allarme un vicino di casa che si era messo in contatto con i familiari proprio per via dell’abbaiare dei cani. Giunta sul posto, la figlia ha scoperto la macabra verità: il padre in una pozza di sangue, forse aggredito mortalmente dal pastore tedesco. «Il Pastore Tedesco è ritenuto il cane da famiglia ideale ma c’è una grande superficialità nell’affrontare l’esperienza di vita perché è vero che il Pastore Tedesco può essere un ottimo compagno per le famiglie ma, al contempo, è un eccezionale cane da difesa con istinti e pulsioni tali da renderlo il cane più adatto agli eserciti, in tutti i settori operativi», ha dichiarato Salvatore Montemurro, addestratore cinofilo e titolare dell’associazione Pit Bull Syndicate Italy, Club che ha come primo intento la salvaguardia e continuazione della razza Bulldog più discriminata al mondo: l’ American Pit Bull Terrier. Il Syndicate ha come logo una testa Bulldog inserita in una Tao a significare che l’American Pit Bull Terrier conosce anche una realtà “bianca” positiva e nobile oltre a quella “nera” che resta parte della razza in ogni modo. Montemurro, inoltre, è a capo dell’Osservatorio Italiano Cani Mordaci.
Salvatore, partiamo da un presupposto: ci sono razze pericolose? Un pastore Tedesco potrebbe aggredire un essere umano, in portandolo alla morte?
«Sostanzialmente, il Pastore Tedesco è ritenuto il cane da famiglia ideale ma c’è una grande superficialità nell’affrontare l’esperienza di vita perché è vero che il Pastore Tedesco può essere un ottimo compagno per le famiglie ma, al contempo, è un eccezionale cane da difesa con istinti e pulsioni tali da renderlo il cane più adatto agli eserciti, in tutti i settori operativi. Il nostro Esercito ad esempio utilizza il Pastore Tedesco, il Pastore Belga ed altre razze; quindi, si tratta di una razza da lavoro che necessita di un padrone capace di dare sfogo a tutte le sue energie psico-fisiche oltre che ad indirizzarlo ad un serio addestramento».
Può accadere che un cane uccida il suo padrone?
«Spesso sono contattato per situazioni del genere, le dinamiche riscontrate in un primo momento sono diverse dai fatti accaduti e accertati in un secondo momento. Un “raptus di follia” può avvenire in un essere umano così come in un cane, ma è altamente improbabile. Molto più probabile che un’aggressione avvenga con una persona estranea al rapporto cane-padrone, per esempio un familiare ma non il proprietario del cane. La prima riflessione che farei: silenzio e dispiacere assoluto per quanto accaduto; bisogna attendere l’esame autoptico con una disamina attenta rispetto all’accaduto perché l’aggressione di un cane, con un accertamento ad opera di medici legali, non è difficile da verificare: ci sono segni inequivocabili ma ci troviamo in una fase anticipata per poterci esprimere precisamente. In linea di massima è altamente improbabile che un cane ben allevato possa ammazzare il padrone. Questo vale per tutti i cani, sicuramente però esistono motivi scatenanti rispetto all’aggressività nei confronti del padrone ma di solito c’è alla base un cattivo rapporto con il padrone ed episodi che anticipano un’aggressione tanto violenta. Diverso, invece, è nei confronti di un estraneo: bisogna tener presente che i cani da guardia e difesa sono selezionati per questi scopi e possono avere anche una certa diffidenza nei confronti dell’estraneo. Cinicamente, si potrebbe dire che il cane da guardia o da difesa fa il suo lavoro e la persona che vi entra in contatto probabilmente non è consapevole del suo ruolo di estraneo minaccioso per il cane perché c’è una difficoltà nella lettura delle situazioni e l’uomo non immagina che il cane possa non gradire la sua presenza e che stia difendendo il suo territorio o il suo padrone».
Tra le altre ipotesi avanzate quella di un malore che avrebbe colpito l’uomo e il cane avrebbe tentato di suscitare in lui una reazione fino ad un’aggressione così violenta…
«Potrebbe essere che il cane, nel tentativo di aiutare il padrone, potrebbe aver creato dei danni ma credo non tali da avergli procurato ferite mortali».
Ci sono razze ritenute estremamente pericolose per le famiglie?
«Il ragionamento più logico e coscienzioso da parte di un cinofilo sarebbe quello di consigliare determinate razze più che sconsigliare. In questo caso, ad una famiglia, sicuramente si potrebbero consigliare razze da compagnia, registrate presso l’Enci: ci sono cani che, per attitudine e caratteristiche, si addice alla compagnia delle famiglie. Chi avesse necessità, invece, di un cane da utilità, da guardia o da difesa dovrebbe scegliere tra le razze preposte. Il vero problema è che le persone oggi scelgono un cane non tanto per quello che il cane è selezionato a fare ma per come appare, si lasciano affascinare dall’estetica sottovalutando quelle che vengono definite le memorie di razza, cioè il lavoro storico che il cane svolge e di questo è sicuramente complice anche l’effetto mediatico, effetto moda. In particolare, si parla tanto nell’ultimo periodo di Terrier di Tipo Bull e Molossoidi perché la loro potenza – quando si verifica l’incidente – può essere più dannosa rispetto ad altre razze ma possono essere paragonabili a cani di grossa taglia con alta combattività. Anche in questo caso c’è un effetto moda che sta portando molte famiglie ad accompagnarsi a molossoidi o bull, sottovalutando le loro caratteristiche e le loro memorie di razza. A livello personale, posso dire che con la mia associazione, la Pit Bull Syndicate Italy, abbiamo istituito l’Osservatorio Italiano Cani mordaci in cui riusciamo ad indagare su quanto si è verificato: spesso i soggetti colpiti da queste aggressioni non sono i veri proprietari dei cani ma sono familiari e gli incidenti capitano in assenza dei proprietari di solito. Un caso recente ha riguardato un rottweiler: ad andare a dargli da mangiare non era il proprietario ma una stretta familiare ma per il cane poteva essere una sconosciuta. Cani impegnativi richiedono un particolare impegno, anche economico nell’addestrare e nel farsi aiutare da personale esperto. Se ho un rottweiler, un Pit Bull o un Pastore Tedesco non lo lascio gestire in mia assenza da inesperti ma mi affido ad un centro cinofilo che possa accudire il cane e il cui personale è preparato. Non bisogna sottovalutare un aspetto: il fatto che il cane si comporti bene in casa e con i padroni non significa che sia un cane tranquillo e permissivo con tutti in particolare in assenza del padrone. La prima prescrizione che dovrebbe dare il veterinario ai proprietari dei cani dovrebbe essere la frequentazione di un campo d’addestramento perché la qualità del rapporto cane-padrone deve essere seguita da un addestratore specializzato in particolare quando si hanno razze molto potenti».
Di recente, in città un altro episodio: un cane ha aggredito un suo simile e la sua padrona. Come si spiega questo episodio?
«Per quanto riguarda l’episodio avvenuto pochi giorni fa in centro, con video divenuti presto virali, bisogna fare un altro tipo di riflessione: in questo caso, infatti, si trattava di un American Pitbul Terrier che ha aggredito un cane di piccola taglia e la persona che lo conduceva al guinzaglio non era il proprietario bensì il dogsitter. Un episodio avvenuto per superficialità e irresponsabilità, possiamo parlare anche di ignoranza nell’anticipare le dinamiche che poi si sono verificate, ossia un Pitubl, cane dotato di grande aggressività verso gli altri cani, ha fatto quello che solitamente fanno quando vengono gestiti in maniera errata: lo ha aggredito. Ad avere la peggio, ovviamente, il cane di piccola taglia ma anche la sua proprietaria ha riportato ferite ad una mano, forse nel tentativo di difendere il suo cagnolino dal Pitbul o forse per un morso di aggressività, sfogando l’ira nella terza persona, ovvero la padrona dell’altro cane. Suppongo però che la donna si sia ferita nel tentativo di difendere il suo cagnolino altrimenti avrebbe riportato ferite ben più importanti. Come Osservatorio Italiano Cani Mordaci e Pit Bull Syndicate Italy devo anche rilevare che la maggior parte degli incidenti che vede coinvolti Terrier di Tipo Bull e American Pitubull terrier sono legati a questa alta combattività che hanno nei confronti degli altri cani».