Salvati: “Il Governo non ha saputo gestire una situazione in continuo peggioramento” - Le Cronache
Provincia Mercato San Severino Ultimora

Salvati: “Il Governo non ha saputo gestire una situazione in continuo peggioramento”

Salvati: “Il Governo non ha saputo gestire una situazione in continuo peggioramento”

di Monica De Santis

L’aumento di luce e gas è un qualcosa che sta toccando tutti. Ogni imprenditore, ogni piccola azienda ed anche i rivenditori al dettaglio stanno pagando cifre che fino ad oggi non si erano mai viste”. A parlare stavolta è Luigi Salvati è il titolare dell’azienda “Salvati Mario & C”, produttrice dei prodotti a marchio “Fontanella”, pelati, legumi, ortaggi e tanto altro, anche lui come i suoi colleghi si trova ad affrontare un periodo non di certo facile sotto il profilo economico, sotto quel profilo di chi deve far quadrare i conti per continuare a tenere aperta la propria azienda senza rimetterci e magari guadagnando anche qualcosina. “Mi riputo un fortunato, perchè lo scorso mese di marzo, sono riuscito a blindare il contratto di fornitura del gas, ad un prezzo fisso. Questo ovviamente non vuol dire che non ho avuto bollette esose, ma sicuramente un po’ meno rispetto a chi ha il prezzo variabile che sta subendo tutto quello che sta comportando questo aumento del costo del gas e della luce”. Il dottor Salvati spiega che lo stesso è riuscito a fare con la luce e solo in questo modo, optando per un prezzo fisso, riesce a non ritrovarsi bollette da far girare la testa… “Ma nonostante questo, le bollette che mi stanno arrivando sono comunque superiori di ben tre volte quelle dello scorso anno”. Insomma anche chi ha optato per un prezzo fisso della fornitura di luce e gas sta subendo, seppur in maniera leggermente più ridotta, l’aumento dei costi. Ma gli aumenti non riguardano solo luce e gas come spiega il dottor Salvati… “A questi bisogna aggiungere l’aumento della banda stagnata che varia tra il 60 e il 65%, la materia prima, ovvero il pomodoro, nonostante si sia fatto un accordo nei mesi precedenti, non è servito a nulla, perchè già da metà luglio si è avuto un aumento del prezzo, per non parlare della plastica, dei cartoni. Purtroppo, è vero, il nostro settore, oggi sta vivendo un momento molto difficile e la mia preoccupazione è quella che questi costi non possiamo ovviamente addebitare tutti sui consumatori e allora dovremmo sacrificarci noi, ma mi chiedo fino a che punto riusciremo a farlo?” Ed è proprio questo il punto centrale di tutta la questione, fino a quando le aziende potranno continuare a lavorare aumentando di poco i prezzi per non colpire il consumatore finale? “Questo è quello che realmente mi preoccupa. E questa è una domanda che mi sono posto già lo scorso dicembre, quando alcuni prodotti come la banda stagnata avevano subito degli aumenti fuori misura. Per me questo è stato un campanello d’allarme e alla fine non mi ero sbagliato. Abbiamo subito aumenti su ogni cosa e come dicevo prima siamo stati costretti a dover rivedere, anche se non di moltissimo i nostri prezzi di vendita. Non potevamo e non possiamo aumentare di più altrimenti si rischia di non riuscire a convincere il consumatore a scegliere il nostro prodotto, subendo di conseguenza altre perdite. Perchè l’unica certezza che al momento abbiamo è che tutto è aumentato ma le pensioni e gli stipendi sono sempre gli stessi e le famiglie stanno facendo davvero fatica ad arrivare a fine mese”. Il patron della “Fontanella” non nasconde la sua preoccupazione… “La situazione per il nostro settore non è facile. Si rischia di non riuscire ad andare avanti. C’è davvero il rischio concreto che in molti alla fine si ritroveranno a chiudere le loro aziende. La colpa credo che sia in buona parte della politica, nessun deputato o senatore ha capito nulla di quello che stiamo vivendo. Dico anche di più, ho un impianto di concentrazione che produce energia elettrica, che ho dovuto chiudere, perché l’olio era arrivato ad avere un costo di 1600 euro a tonnellata e quindi non era più conveniente come lo era all’inizio. Ebbene i politici che stanno a Roma, solo ora si sono resi conto che ci sono ben 400 impianti come il mio fermi che fanno migliaia di chilometri all’ora e adesso si sono svegliati e ci stanno chiedendo di riattivarli e ci pagherebbero la corrente in base alla quotazione media della giornata. In questo modo ci stanno mettendo in condizione di riattivare questi motori, ovviamente sempre a nostro rischio, perché se il costo dell’energia elettrica da un momento all’altro dovesse diminuire alla fine non staremo di nuovo nei costi. Però quando si sono resi conto loro di questo, quando la frittata ormai era fatta”. Insomma Salvati conferma… “Il rischio è che da un momento all’altro dai piccoli negozi, alle grandi aziende si rischia di chiudere e di far perdere il posto di lavoro a tantissime persone. E ribadisco che la colpa è di chi ci governa che non ha capito nulla. E intanto i cittadini, tutti ne stanno pagando le conseguenze. Come azienda possiamo resistere un anno in queste condizioni, ma è ovvio che se la situazione non cambia allora meglio chiudere. Se su oltre 10 milioni di euro di fatturato non ho il mio utile, ma al contrario devo esere anche in passivo, il gioco non vale più la candela ”.