Salerno. Via Vinciprova, non tutto è perduto - Le Cronache Attualità
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Salerno. Via Vinciprova, non tutto è perduto

Salerno. Via Vinciprova, non tutto è perduto

di Alfonso Malangone*

Il contributo concesso dal Governo alle Città coinvolte nelle procedure di riequilibrio regolate dal piano aiuti, nove in tutto il Paese, ha alleggerito di molto anche l’entità del nostro Disavanzo. Rispetto al saldo residuo in essere a fine 2024, pari a 117,2milioni, il carico effettivo si ridurrà ad appena 47,0milioni grazie ai 70,2 che lo Stato verserà in rate annuali fino al 2033. Per questo, come già osservato in altra occasione, appare non più giustificato l’aumento dell’imposizione decisa nel 2022 per fronteggiare lo straordinario sbilanciamento. E, quindi: “a cosa serve tenere alto il prelievo se il Disavanzo si è ridotto del 60% grazie al contributo Statale?” Una sola ipotesi potrebbe spiegarlo e, cioè, quella della presenza in Bilancio di poste contabili non vere, non certe e non reali, con particolare riferimento ai Residui Attivi, i crediti da incassare, che almeno dal 2020 confermano totali ‘impossibili’ intorno ai 450milioni di euro. Senza fare discorsi difficili, basti sapere che sono i crediti a influire sull’altezza del Disavanzo e che, se queste somme non si dovessero incassare, i loro vuoti si dovrebbero coprire con importi sostitutivi di altre entrate, compresi i nuovi debiti. Quindi, per capire perché non si riduce l’imposizione, sarebbe necessario approfondire la composizione dei Residui e, volendo seguire le disposizioni, pure stralciare quelli con oltre cinque anni di vita. Si tratta, purtroppo, di un’opera titanica, visto che sono certamente ‘mille-mila-migliaia’ le cartelle, le fatture, le ricevute, le multe, le sanzioni e le altre carte da verificare. Senza dire che, a parte le conseguenze finanziarie già segnalate, la cancellazione dei crediti produce una collaterale riduzione del Patrimonio Comunale Contabile. In sostanza, se fossero confermati i dubbi sulla loro ‘vitalità’, sarebbe un mezzo disastro. C’è da dire, però, che l’aiuto dello Stato rende oggi meno drammatica la situazione e più gestibile con gli strumenti della ordinaria amministrazione se utilizzati con metodi dotati di straordinaria efficacia. Come avviene in tutte le aziende in eccesso di indebitamento. Nulla di più. Comunque sia, in base alle mutate prospettive del riequilibrio, la frase “venderemo tutto, tranne il Comune e l’Arechi” non dovrebbe avere più senso. Anzi, con mirati interventi di finanza creativa in Partenariato Pubblico Privato si potrebbe addirittura pensare a porre in essere nuovi progetti per il recupero e la riqualificazione a beneficio dei cittadini dei beni pubblici inseriti nell’elenco delle alienazioni, con la possibilità anche di realizzare positivi recuperi economici. Tra essi, sembra ci sia ancora oggi l’area di riqualificazione urbana Prog 3 di via Vinciprova, benché messa all’asta per la vendita in data 23/12/2024 al prezzo base di 3,2milioni di euro. Secondo la descrizione del bando, si tratta di un’estensione di 32.883 mq con destinazione a terziario su parte della quale è realizzabile un fabbricato di 5.000mq di solaio lordo per attività sociali, culturali e sportive; uffici e studi professionali; scuole private; uffici amministrativi, finanziari e assicurativi; esercizi commerciali di vicinato e medie strutture di vendita; ristoranti e bar; autorimesse; laboratori di arti e mestieri; alberghi, motel e centri congressuali, il tutto con parcheggi interrati e aree a verde. La scadenza per le offerte era stata fissata al 24/04 scorso, giorno di apertura delle buste. Ciò premesso, sulla pagina web del Comune è ora presente un avviso datato proprio 24/04 con la comunicazione del differimento dell’apertura al giorno 29, ore 15,30, presso “la Sede del Settore Centrale Acquisti, Gare, Contratti e Approvvigionamento beni e servizi in via Giuseppe Centola n. 16”. Sul portale delle gare di appalto, invece, la procedura viene definita “scaduta”, senza alcuna altra precisazione. Ma, scaduta non vuol dire assegnata e, in verità, a distanza di venti giorni si dovrebbe pur sapere come sia finita. A meno che il differimento abbia riguardato la presentazione delle buste, così concedendo qualche giorno in più agli interessati. Un equivoco che merita di essere chiarito dai responsabili, anche se le offerte fossero risultate insoddisfacenti o incomplete o carenti di qualche requisito. Perché, un verbale deve essere comunque pubblicato. E, allora: “perché nulla si dice?” Il dubbio vero e che la vicenda ex-Italcementi possa aver distolto qualche attenzione, visto che via Vinciprova è parte di tutta quella storia. Cioè, le contestazioni sollevate da più parti, i due esposti in Procura, l’Interrogazione Parlamentare e, per finire, il ricorso al TAR della società acquirente dei due lotti ‘Foce Irno, Prog 1/b, con discussione in Camera di Consiglio il giorno 11/06 prossimo, possono aver agito da deterrente. Oppure, potrebbe essere stata l’area a non attrarre interessi particolari a causa della sua posizione sottoposta rispetto alla ferrovia, della presenza di una complicata viabilità e di una situazione ambientale abbastanza difficile. Se, però, fossero state queste condizioni a raffreddare gli interessi privati, le stesse possono tuttora favorire un utilizzo pubblico dell’area che, per essere centrale ma in disparte, è particolarmente idonea ad assolvere a una funzione di spazio-cuscinetto per la mobilità privata e pubblica con positive ricadute a favore della salute e della vita. E’ una ipotesi che l’esito dell’asta potrebbe fa rivivere. E, allora, è il caso di riproporla in estrema sintesi. Eliminata la circolazione lungo via Vinciprova, l’intera superficie potrebbe essere divisa a metà, nel senso della lunghezza, destinando la parte al disotto della Ferrovia a terminal-bus e la contrapposta porzione a parcheggio auto per residenti e visitatori. Lungo tutto il perimetro e in apposite penisole tra gli stalli delle auto, la messa a dimora di alberi delle essenze più produttive di ossigeno e meno invasive assicurerebbe l’assorbimento di fumi, polveri sottili e polvere in genere. Un’area oggi senza identità diverrebbe un ‘bosco urbano’ a servizio della Comunità. Nella porzione destinata a terminal, con accesso dal sottopasso di via Torrione, si potrebbe realizzare la stazione a ridosso del rilevato, con uffici e servizi a piano terra e locali di attesa e di ristoro a quello superiore, posto a livello dei binari. Un passaggio pedonale, anche meccanico e al coperto, dovrebbe consentire ai viaggiatori di raggiungere la Stazione Ferroviaria e viceversa. Ovviamente, sarebbe salvaguardata la Chiesetta, con il parco giochi, e magari anche ampliati gli spazi liberi con la parte finale di via Castelluccio, da chiudere al transito. Un progetto molto semplice, di costo limitato e anche realizzabile con il contributo delle aziende private concessionarie del trasporto. Ovviamente, la soppressione del traffico lungo via Vinciprova renderebbe necessaria una diversa organizzazione della viabilità con l’utilizzo del tunnel di via Torrione, in entrata, e il doppio senso di marcia sulla Lungoirno verso via Cacciatore e fino all’altezza di Piazza Magna, di fronte all’ingresso del Tribunale. Una rotatoria al centro potrebbe offrire al Faro della Giustizia una più degna sistemazione. E’ stato già tutto proposto. Dare a via Vinciprova la destinazione pubblica attribuita all’atto dell’acquisto nei confronti di Italcementi assicurerebbe non solo il rispetto di un impegno ma consentirebbe anche l’offerta di una giusta risposta ai bisogni di mobilità in attesa di altre opere, come il tunnel tra Stazione Ferroviaria e Tribunale, come la ‘Leopolda’ da realizzare nei capannoni delle Ferrovie o come un parcheggio multipiano al di sotto di via Dalmazia, in grado di garantire il sicuro miglioramento della qualità della Città e della vita dei cittadini. Se davvero si vuole intraprendere una nuova modalità di gestione dei beni pubblici, basata sulla condivisione e sulla partecipazione, una discussione pubblica su via Vinciprova sarebbe necessaria. Per l’aiuto del Governo e per come sembra sia andata la gara, non tutto è ancora perduto. Questa Città ha bisogno di amore. *Ali per la Città