Salerno, da vivace provincia nota per le iniziative folkloristiche e per l’ottima cucina mediterranea, si sta trasformando in qualcosa di più: già da anni è in fermento culturale e innovativo, ma solo nell’ultimo decennio si sta dimostrando in grado di venire incontro a iniziative multiculturali aperte all’Europa e al resto del mondo, traendone il meglio e offrendo quanto di più innovativo possa creare. Un esempio? Non è solamente la città delle Luci d’artista, ma anche quella delle start up digitali nel campo dell’intrattenimento e dell’attenzione alla formazione digitale di docenti e professionisti.
Le luci di Salerno e le luci di Lione
Una delle più grandi attrattive che Salerno offre ai suoi residenti e ai suoi visitatori è sicuramente quella delle Luci d’artista: si tratta di un festival dedicato alle luminarie, che abbellisce e adorna la città a partire dal periodo precedente le feste natalizie e che prosegue ad attirare turisti e curiosi fino a gennaio di ogni anno. Quella di Luci d’artista è una tradizione che prosegue dal 2006, ormai prossima ai 15 anni di svolgimento, ma non molto sanno che in realtà ha avuto origine in Italia a Torino nel 1998 e, soprattutto, che è ispirata alla Festa delle luci (che in francese è nota come fête des lumières) di Lione. Proprio come per la rinomata città francese, infatti, il festival delle luci salernitano è l’occasione per attrarre pubblico di ogni età e misurarsi ancora una volta con la portata internazionale che può avere una simile iniziativa folkloristica, oltre che per abbellire e rendere ancora più attrattiva la città.
La Salerno tecnologica: dal Giappone al digitale
Come molte altre città italiane, ad esempio Napoli con la Apple Academy (come riportato dal portale Millionaire.it), Salerno sta vivendo una rinascita culturale anche dal punto di vista della tecnologia. L’apporto multiculturale di tale istanza è dovuto principalmente alla compagnia di ispirazione giapponese Mangatar, avviata nel 2012 da cinque ragazzi salernitani, e che oggi conta di rilasciare più di dieci videogiochi tutti “made in Italy”: fortemente influenzati dalla cultura manga giapponese, i giovani programmatori sono hanno cominciato la loro scalata verso il successo da un gioco di carte sono arrivati a produrre anche giochi per computer e smartphone. D’altronde è una tendenza diffusa, quella del passaggio all’online di giochi più o meno tradizionali di carte: ne è prova l’attività di game provider come Betway Casino, in grado di offrire ai giocatori le versioni più aggiornate dei giochi da tavolo più famosi, come roulette e blackjack, oltre alle ormai “classiche” slot machine online. La commistione tra analogico e digitale è ormai avanzata in tutto il mondo, e anche l’Italia tiene il passo con le sue realtà sempre più importanti che operano in questo campo, come ad esempio i master offerti dal talent hub Talent Garden che vanno a toccare tutti gli argomenti più caldi in fatto di innovazione digitale.
La formazione dei docenti europei a Salerno
Sempre a proposito di digitale e innovazione, un altro aspetto della multiculturalità salernitana è quello legato al mondo della formazione. La città ha infatti ospitato ad aprile 2019 il progetto europeo della community eTwinning in grado di formare nuovi docenti provenienti da tutta Europa circa l’uso di questa piattaforma. eTwinning è un progetto basato sulla didattica e sui gemellaggi elettronici tra varie scuole in Europa: l’iniziativa è partita nel 2012 in Belgio, Norvegia e Danimarca, ed è arrivata oggi a coinvolgere docenti da oltre 50 istituti europei. Il meeting, oltre che formare nuovi docenti e docenti che già utilizzano la piattaforma eTwinning, ha avuto anche lo scopo di facilitare il confronto tra professionisti e di mostrare come l’uso delle nuove tecnologie possa influire positivamente sulla comunicazione, anche in lingua straniera, facilitando ulteriormente l’apprendimento in un contesto multiculturale.
Salerno è dunque in pieno fervore di rinnovamento: senza mai dimenticare la propria tradizione e i propri punti di forza, la città va avanti e si apre alle contaminazioni culturali europee e di altri continenti, senza paura di lanciarsi in attività innovative né tantomeno su terreni ancora poco battuti nel resto d’Italia. La sperimentazione e l’accoglienza sono da sempre sinonimi di collaborazioni interessanti, e ne è la prova il nuovo fermento multiculturale che la città sta vivendo grazie a giovani e meno giovani interessati al miglioramento del proprio territorio.