Salerno, Nove autobus al posto di lavori di recupero - Le Cronache Ultimora
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Salerno, Nove autobus al posto di lavori di recupero

Salerno, Nove autobus al posto di lavori di recupero

di Alfonso Malangone*

I Fondi Europei 2014-2020 destinati al Programma Integrato Città Sostenibile – PICS – avevano la finalità di finanziare progetti di crescita socio-economica grazie al consolidamento della dotazione infrastrutturale, al contrasto alla povertà, al miglioramento dell’accessibilità ai servizi, alla valorizzazione dell’identità culturale e turistica delle Città. Tra gli altri Comuni partecipanti, Salerno beneficiò di fondi per complessivi € 19.956.252,79 ripartiti tra 19 interventi definiti in un Accordo di Programma sottoscritto con la Regione Campania in data 05/12/2019 (fonte: Comune). Però, appena un mese dopo, la Giunta decise di apportare alcune modifiche all’elenco, sia eliminando alcune opere, sia diminuendo le somme destinate ad altre (fonte: D.G. n. 9 del 14/01/2020). Più precisamente, furono cancellati i lavori di recupero della ‘Chiesa di Santa Maria de Alimundo’ (€ 753.414,79), della ‘Casa del Combattente’ (€ 1.000.000), del ‘Palazzo Genovese’ (€ 1.200.000) e della ‘Palazzina Liberty di Fratte’ (€ 250.000), mentre furono ridotti i fondi per la ‘Riqualificazione e rigenerazione ambientale’ (- € 500.000) e il recupero del ‘Teatro Pasolini’ (- € 100.000). L’importo risparmiato, pari a € 3.803.414,79, venne destinato al recupero del Parco del Mercatello al quale, nel PICS, erano stati assegnati solo € 799.112. Così, la spesa per la sua riqualificazione salì a € 4.602.526,79 per essere poi definita, con successive modifiche, in € 4.301.219,60. Praticamente, la ‘necessità’ di rifare il Parco ebbe il sopravvento su altre ‘necessità’, pur meritevoli, in uno scontro tra ‘rovine’ che giammai avrebbero dovuto essere poste in contrapposizione. Peraltro, per evitare tutto questo, sarebbe stato sufficiente prestare al Parco la giusta attenzione, magari pretendendo una puntuale manutenzione da coloro che avrebbero dovuto eseguirla al costo annuo di € 229.482 (con IVA), cioè € 19.123 al mese, cioè circa € 620 al giorno, cioè circa di € 78 all’ora (fonte: Comune). Non proprio noccioline. E, quindi: “è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla”? Eppure, la devastazione non fu certo l’effetto di una notte di follia! Così, se può rallegrare la riapertura di ieri, non può passare sotto silenzio che essa è avvenuta a discapito di beni storici e culturali che continuano a sbriciolarsi nell’abbandono e nell’indifferenza. In ogni caso, è indubbio che i Fondi sono stati spesi a beneficio della Comunità. Peccato che questo non sembra si possa dire per altri progetti. Salvo ogni errore. Si deve premettere che, alla data del 31/05/2023, cioè a sette mesi dalla chiusura dei programmi PICS, prevista per la fine di quell’anno, l’Organismo di controllo dell’Ente rilevò un forte ritardo nello stato di avanzamento dei lavori accertando una spesa di appena € 2.576.188,67, pari al 13% del totale. Oggi, in un momento di forti contrasti sull’utilizzo dei Fondi Sviluppo e Coesione, questo risultato potrebbe essere definito almeno ‘imbarazzante’. Del resto, si trattava solo di realizzare interventi ben definiti, descritti, progettati e calcolati dopo una lunga procedura amministrativa. Così, al fine di evitare il rischio di un possibile disimpegno dei Fondi, la Giunta Comunale decise di rimodulare il programma annullando due opere ‘rilevanti’, ormai impossibili, e inserendone altre più veloci e/o di minore impegno e/o già in corso ma coperte con altre risorse, salvo errore (fonte: D.G. n. 200 del 14/06/2023). Nello specifico, furono soppressi i lavori per il recupero del Palazzo di Città (€ 4.800.000) e quello del Teatro Verdi/Casino Sociale (€ 3.000.000), mentre fu aggiunto, tra altri, un progetto per il “Rinnovamento e Potenziamento linea TPL con autobus elettrici” (€ 5.430.607,20). La delibera ottenne la prevista approvazione da parte della Regione (fonte: D.D. n. 513 del 20/07/2023). Purtroppo, proprio su questo punto, non può essere omessa una riflessione, con salvezza di ogni errore. In forza delle Leggi Regionali n. 3 del 28/03/2002 e n. 5 del 06/05/2013, tutti i servizi di Trasporto Pubblico Locale sono gestiti dalla Regione attraverso Acamir, Agenzia della Mobilità, che è l’unica stazione appaltante per le gare delle concessioni Comunali e Provinciali nonché per quelle volte all’acquisto degli autobus per conto delle singole aziende e secondo necessità. Di altre incombenze, qui non serve dire. In estrema sintesi, la Regione è il gestore dei contratti dei servizi TPL ed è anche proprietaria dei mezzi di trasporto che le singole società utilizzano previa sottoscrizione di un contratto di ‘usufrutto oneroso’ con il versamento di un canone annuo pari al 5% del costo di ogni autobus (fonte: Acamir, contratto). In forza di tali disposizioni, in data 31/10/2023, Comune ed Acamir sottoscrissero un accordo di collaborazione che riconosceva all’Agenzia il diritto di acquistare, in nome e per conto dell’Ente, 9 (nove) autobus Iveco elettrici da concedere alla Busitalia Campania per l’esercizio del trasporto locale. E’ evidente che, rispetto alla regola generale, questa procedura presenti aspetti ‘particolari’, salvo ogni errore, verosimilmente giustificati dalla necessità di spendere i Fondi PICS prima della fine anno. Del resto, questo traspare abbastanza chiaramente dalle delibere assunte dall’Ente e, in particolare, da quella che, dopo l’aggiornamento del Piano degli Acquisti del biennio 2023-2024, dispose l’esborso di € 5.903.040 per i 9 autobus (fonte: D.G. n. 386 del 25/10/2023). Comunque, a seguire, Acamir ha infine provveduto a porre in essere l’operazione utilizzando l’importo ad essa ‘girato’ dal Comune in applicazione del ‘giro’ disposto dalla Regione sui Fondi Europei. L’operazione è transitata nella contabilità dell’Ente tra le ‘Spese in conto Capitale’, voce ‘Acquisto beni materiali’ (fonte: SIOPE). Ne sapremo di più fra qualche giorno, quando i Consiglieri saranno chiamati a deliberare il Consuntivo 2023. Di fatto, per gli accordi intercorsi, i mezzi sarebbero adesso di proprietà del Comune e utilizzati da Busitalia con il pagamento di un canone annuo di almeno € 240.000 (+Iva). E, allora, visto che pochi giorni fa è stato approvato il Bilancio di Previsione, una domanda è naturale: “per favore, l’importo del canone è stato scritturato tra le Entrate”? E’ solo per essere precisi perché, ovviamente, non è certo questo il punto. Il punto è che, in oltre quattro anni, non è stato possibile spendere Fondi che avrebbero dovuto consentire il recupero di luoghi e strutture storico-culturali di sicuro interesse e di forte richiamo turistico, né sono stati realizzati interventi sostitutivi di eguale valore. E’ difficile pensare che i 9 autobus possano offrire le medesime opportunità, a meno che non siano ritenuti idonei a risolvere il problema della mobilità, magari a costo zero per i cittadini più deboli. A questo, dovrebbe rispondere il competente Assessore. Grazie. Eppure, qualche cosa di diverso si sarebbe potuto fare visto che, secondo le istruzioni per la chiusura dei Fondi 2014-2020, la data del 31/12/2023 era solo il termine per l’ammissibilità degli impegni da rendicontare, poi, entro il 15/02 o il 01/03 del 2025, salvo errore (fonte: U.E.). Magari, si poteva destinare qualche soldo al recupero degli Archi e delle Mura Arechiane di via Arce, ovvero al ripristino dell’Ostello della Gioventù di via Canali che, da alcuni anni, giace in completo abbandono su un letto di morte. E, chissà, si poteva anche recuperare qualcosa per Santa Maria de Alimundo e/o per gli altri progetti cancellati. In realtà, questa Città avrebbe bisogno di tante corse che, con ogni rispetto, sarebbero ben più urgenti e necessarie di 9 autobus di cui neppure si avverte la presenza. Perché, non sembra che ci siano novità alle fermate, dove i cittadini continuano a desiderare di vederne passare almeno uno. Uno solo. *Ali per la Città – P.S.: i dati sono stati estratti da pagine libere sul web. Si fa salvo ogni errore.