di Andrea Pellegrino
Palazzo Sant’Agostino si avvia verso il default. La somma da ripianare sarebbe abbastanza elevata, al punto da non far quadrare i conti del bilancio provinciale. Eppure qualcosa la Provincia di Salerno potrebbe (o avrebbe potuto) incassare per cercare di mettere in sicurezza una parte dei conti. Un caso su tutti riguarda il recupero del Tefa – il tributo per l’esercizio di tutela, protezione ed igiene dell’ambiente – da parte dei Comuni della provincia. Peggio se nell’elenco figurano anche Sarno, guidato dall’attuale presidente della provincia Giuseppe Canfora, e Salerno a guida Enzo Napoli che è anche consigliere provinciale del Pd. Secondo i calcoli, per i soli esercizi finanziari del 2014 e 2015 la provincia di Salerno deve incassare circa 14 milioni di euro. Per non parlare del 2013, quando il contenzioso fu affidato all’allora dirigente del settore avvocatura Angelo Casella, con tanto di lettera di incarico formalizzata con una determina del 24 ottobre del 2016. Qualcosa per il recupero del 2013 si sarebbe mosso anche grazie a lettere ed ingiunzioni partite dall’ufficio di Casella, poi trasferito ad altro incarico dopo il ridimensionamento del settore avvocatura. Pare che alcuni incarichi per il recupero Tefa 2013 siano stati conferiti ad alcuni legali di fiducia dell’Ente ma al momento pare che non si sia arrivato ancora al termine e, pare ancora, che le procedure per Sarno e Salerno non siano state nemmeno avviate. Stando ai numeri, il solo comune capoluogo per il 2014 e 2015 dovrà versare alle casse provinciali circa 3 milioni di euro mentre il comune del presidente oltre 300mila euro. Non va meglio neppure per Cava de’ Tirreni che, per i due anni accertati, sfiora gli 800mila euro da versare a Palazzo Sant’Agostino; oltre 250mila euro il debito accumulato da Agropoli, comune fino a poco tempo fa guidato da Franco Alfieri, oggi capo staff del presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca.