di Antonio Ilardi
Il prossimo Consiglio Comunale di Salerno potrebbe essere chiamato ad esprimersi, stando al tenore delle precedenti delibere, sulla proroga della sospensione dell’imposta di soggiorno che i turisti versano alle casse comunali in occasione del loro pernottamento in città, attualmente congelata fino al prossimo 30 Giugno. Serve farlo? Aiuterebbe davvero il turismo cittadino, duramente provato dal Covid come quello di ogni altra località del mondo? In verità, è un provvedimento inevitabile ed opportuno ma decisamente inutile. E’ inevitabile perché è ormai troppo tardi per approntare una strategia reale di sviluppo del comparto ricettivo nel 2021. E’ opportuno perché il Governo ha già appostato, in entrambi i cosiddetti Decreti Sostegni, congrui fondi a beneficio dei Comuni, a ristoro del minore gettito dell’imposta. Tanto vale, dunque, sospenderla fino alla fine dell’anno. Ma, è bene dirselo, si tratta di un provvedimento anche totalmente inutile perché non migliora in alcun modo l’attrattività cittadina né consente di dispiegare una vera politica per il turismo. La permanenza media di un turista straniero in città è pari, secondo i dati 2019 dell’Osservatorio Regionale, a 2,37 notti; quella di un turista italiano è pari a 2,03 notti, in entrambi i casi circa la metà della media provinciale. Ciò vuol dire che il peso dell’imposta, per una coppia, varia, con qualche approssimazione, dai 12 euro, in caso di pernottamento in un hotel 4 stelle, ai 4 euro in caso di pernottamento in un b&b. Per una famiglia di quattro persone l’imposta pesa, invece, dai 24 agli 8 euro. Può mai l’annullamento di tale onere costituire una motivazione per scegliere Salerno come sede delle proprie ferie, anziché una delle tante altre località della Terra? Assolutamente no. Nessun viaggiatore sceglierebbe la meta delle proprie vacanze sulla base di un così marginale risparmio. Si lascerebbe, invece, motivare dalla qualità del mare e delle spiagge, dalle bellezze paesaggistiche e dalle suggestioni dei beni culturali, dal livello dei servizi di trasporto e dall’efficienza dei collegamenti utili alle proprie escursioni. Nulla che abbia a che fare con l’imposta di soggiorno. Perché non pensare, quindi, di finanziare con tale imposta un vero ed attraente pacchetto di servizi da offrire ai turisti per indurli a visitare la città di Ippocrate e ad incrementare la propria permanenza? Si potrebbe per questo programmare, da subito, la “Salerno City Card” che consenta ad un ospite della città, a fronte della corresponsione dell’imposta, di fruire gratuitamente dei mezzi pubblici, di godere di agevolazioni sui parcheggi, di ottenere riduzioni per i musei e gli spettacoli, di conseguire risparmi negli esercizi commerciali. Sarebbe uno splendido biglietto da visita di una città ospitale che punti all’accoglienza di visitatori qualificati. Sarebbe, inoltre, un eccellente strumento di marketing in vista delle prossime fiere di settore. Se ne può parlare?