Salerno Analogica e l’antologia fotografica “Pisciaiuol” - Le Cronache
Attualità

Salerno Analogica e l’antologia fotografica “Pisciaiuol”

Salerno Analogica e l’antologia fotografica “Pisciaiuol”

Di Andrea Orza

Il nuovo manifesto giovanile “Salerno Analogica”, presenterà l’antologia fotografica “Pisciaiuol” il 18 aprile, in occasione del Mercato Marchesa. Daniele Plaitano, racconta la ricerca di un’estetica salernitana originale, in cui le nuove generazioni possono identificarsi imparando a calibrare la macchina analogica. Un progetto audace, didattico che testimonia la voglia di cambiare le accuse della gerontocrazia, la cui invettiva contro i giovani risulta oggi ripetitiva e incomprensibile. L’officina di “SalernoAnalogica” come laboratorio creativo. In cosa consiste? “Mi piace molto il termine officina, non l’abbiamo mai utilizzato a livello comunicativo fino ad ora ma pensandoci bene, coglie pienamente il senso di quello che può rappresentare SalernoAnalogica. Parte tutto dal bisogno di stimoli: chiunque decida di esprimersi artisticamente lo fa in maniera individuale, questo si, ma è innegabile l’apporto che il contesto, l’ambiente circostante, fornisce in maniera diretta o indiretta. Io, Mirko e Gianpiero, i 3 soci fondatori, accomunati da pellicola e amicizia, abbiamo deciso di creare quello stimolo, oltre a fotografare. Al momento il tutto si esprime su Instagram, la nostra vetrina principale, e tramite le attività che svolgiamo presso il Centro Polifunzionale Giovanile “Arbostella”.Qui c’è ogni martedì un laboratorio di fotografia analogica tenuto da me, che in effetti mischia un po’ di insegnamenti tecnici e lunghe chiacchierate su fotograf*, movimenti ed ispirazioni in generale, insomma per come la vedo io tutto quello che serve ad innamorarsi di questo mondo, perché queste sono cose che fai solo se ti innamori. Il giovedì invece, c’è il nostro appuntamento con la pellicola cinematografica: proiezioni di film e documentari che hanno come filo conduttore lei, la fotografia.”

La raccolta “Pisciaiuol” si propone di allestire un archivio fotografico sulla realtà urbana e sulle dinamiche sociali della città. Da quali suggestioni nasce il progetto?  “Diciamo che l’idea di creare un magazine ci è sempre ronzata in testa, mancava soltanto capire come, dove, quando. La scelta della modalità di partecipazione aperta a tutt* ci è sembrata quella più naturale e in linea con noi, come pure la scelta del tema. “Pisciaiuol” è una cosa che si apre a mille interpretazioni ed era proprio quello che volevamo, mille interpretazioni diverse di ciò che ci sembra rappresentare meglio Salerno, un punto di inizio o un punto esclamativo, interrogativo, chissà. Non nascondo che un po’ di ansia c’era: e se non partecipa nessuno? Per fortuna siamo stati smentiti, abbiamo ricevuto tante foto e siamo riusciti a mandare in stampa una cosa che a noi piace tantissimo. Lo presenteremo, fisicamente a Mercato Marchesa il 18 aprile.”

A volte, una semplice reminiscenza pretende nuove connessioni tra storia e quotidianità. Perché ai più giovani, risulta difficile scavare con lo sguardo vagabondo e lasciarsi cogliere dal magnetismo del prossimo angolo di strada?  “Io non credo che risulti difficile, è che ogni epoca propone modi diversi e nuovi di distrarsi. Non si può pretendere di avere un unico linguaggio, un’unica narrazione. Quando ci si approccia a quella che viene riconosciuta come età giovanile, uno dei più grandi errori è, per come la vedo io, quello di pensare che loro sappiano già tutto, che abbiano già a disposizione tutti gli strumenti e che nonostante questo scelgano di non utilizzarli. L’esempio è il punto fondamentale, magari non hanno semplicemente ricevuto un input che sentono “vicino”. Quello che vedo io invece è una grande quantità di giovani occhi che non vede l’ora di perdersi e documentare, di farlo tramite un mezzo alla fine così lontano dal loro tempo eppure così vicino. L’hanno fatto perché hanno visto Zendaya o Frank Ocean su Instagram con una Contax tra le mani? ben venga, partiranno da quello e poi scopriranno Henri Cartier-Bresson? Che questa cosa succeda o meno, sinceramente, non è importante, l’importante è che facciano foto e che ci si divertano.”