“Ritengo che il Presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, non vada lasciato solo. Ha intrapreso un duro scontro con il “Palazzo” del calcio e sarebbe il caso che i Parlamentari salernitani lo sostengano in questa sua una battaglia sacrosanta, che si propone in primo luogo di difendere le cosiddette provinciali dallo strapotere delle grandi squadre, e dai torti arbitrali. Egli per le sue dichiarazioni verrà di sicuro deferito alla Procura federale, e naturalmente gli verrà comminata una severa squalifica. E’ un film già visto!” Lo scrive Aniello Salzano coordinatore di Popolari e Moderati, ex sindaco di Salerno e tifoso granata. Salzano aggiunge: “Chi vuole, in Italia, può impunemente criticare la sentenza di un magistrato, può biasimare l’operato del Presidente della Repubblica. E’ lesa maestà, invece, criticare la condotta in campo di un arbitro, biasimare una sua decisione, è del tutto poi inappropriato censurare con un giudizio severo un suo provvedimento, anche se sbagliato. Chi, come Iervolino, lo fa, è un coraggioso o è un incosciente.
Nel contempo, però, è consentito ad un giornalista della TV pubblica, pagata con i soldi di tutti i cittadini, da Lampedusa a Campione d’Italia, di stigmatizzare le parole del Presidente Iervolino, commentare con mancanza di obiettività lo svolgimento di alcune azioni della partita Napoli-Salernitana.
Egli, Alberto Rimedio, è stato particolarmente severo nei confronti di Iervolino, lo ha bacchettato, è apparso del tutto appiattito sulle decisioni arbitrali, è sembrato astiosamentre stizzito nei confronti degli ambienti e della dirigenza granata.
Mi sembrerebbe più che opportuno, a questo punto, come del resto richiedono tantissimi tifosi, invitare i nostri Parlamentari, di fede granata, che pure ci sono, a segnalare alla Commissione di Vigilanza RAI il giornalista in questione, che non può, secondo me, lasciarsi andare allo sproloquio cui abbiamo assistito, che del resto a tantissimi è apparso del tutto spropositato. A cominciare da Eraldo Pecci e dall’ex calciatore Adani, presenti alla trasmissione, e sicuramente più addentro alle dinamiche calcistiche. A molti, infatti, è sembrato un improvvisato ed avvelenato processo mediatico quello imbastito dal giornalista Rimedio nei confronti di Iervolino e della Salernitana.
La Televisione di Stato è di tutti, appartiene a tutti gli italiani, non solo ad una parte della popolazione, anche se quella parte è numericamente superiore. Almeno la Televisione pubblica non può né deve sposare le decisioni degli arbitri a prescindere, e neppure quelle dell’AIA, difendendone comunque e sempre i provvedimenti ed i comportamenti dei suoi iscritti e associati. Ne va il prestigio e la credibilità della stessa TV di Stato.
Aniello Salzano