di Marco De Martino
Con la sosta per gli impegni delle nazionali, è tempo di primi bilanci in serie A. La prima parte del campionato se n’è andata e l’equilibrio, soprattutto nelle posizioni di coda, regna sovrano. Dieci squadre racchiuse in soli cinque punti compongono la parte destra della graduatoria, quella della bagarre salvezza. La Salernitana, dopo il primo successo stagionale ottenuto ai danni del Genoa, è salita per la prima volta sul treno, riuscendo addirittura a lasciare per la prima volta l’ultima posizione, ora occupata dal Cagliari. La compagine di Fabrizio Castori, nell’arco di queste prime sette giornate, è stata protagonista di una vera e propria metamorfosi tecnica e tattica. Nei primi tre turni i granata sono sembrati ancora con la testa alla serie B, nelle successive quattro hanno invece cambiato letteralmente volto, sia nei numeri che nelle prestazioni. Questa trasformazione ha un nome e cognome: Franck Ribery è stato l’autentico ago della bilancia che ha reso la Salernitana una squadra in grado di competere anche in serie A. INIZIO HORROR Come detto, la Salernitana che ha esordito in serie A aveva ancora una mentalità da squadra operaia di categoria inferiore. Un gruppo che era pervaso da un timore reverenziale che ne tarpava le ali e lo portava a commettere errori tanto macroscopici quanto decisivi. A Bologna il primo esempio: avanti nel risultato a 13’ dalla fine, la Salernitana ha consentito il ritorno dei felsinei, apparsi tutt’altro che irresistibili, grazie agli errori individuali in marcatura, sia su azione che sui calci piazzati. Contro la Roma ed il Torino sono arrivati due umilianti 4-0, entrambi maturati nella ripresa dopo una strenua ma inutile difesa in trincea durante i primi 45’. Undici gol incassati in sole tre partite e zero punti in classifica sono i numeri che certificano la falsa partenza della Salernitana. Poi, dal turno successivo, l’innesto dal 1’ di Ribery ha, di fatto, cambiato le carte in tavola. CON FR7 RINASCE LA SPERANZA Dopo lo spezzone disputato a Torino a giochi pressoché fatti, Franck Ribery è stato inserito nell’undici titolare nella proibitiva sfida interna contro l’Atalanta. Per far posto al fuoriclasse francese, Castori ha modificato modulo, passando ad un 3-4-1-2 molto più propositivo. A cambiare però diametralmente è stato l’atteggiamento della squadra. Da timida ed impacciata, la Salernitana si è trasformata in spavalda e feroce al cospetto di un avversario, gli orobici di Gasperini, tra i più quotati in serie A. La Salernitana, prima del gol beffa di Zapata nel finale, ha accarezzato la vittoria negata solo dal palo colpito da Obi. Contro il Verona c’è stato il successivo passo in avanti, con una doppia rimonta nata non soltanto dalla spinta emotiva ma anche da trame di gioco ed occasioni da gol molto più frequenti ed incisive. Il primo punto con gli scaligeri non ha avuto seguito nel turno successivo contro il Sassuolo ma anche a Reggio Emilia, nonostante l’assenza di Ribery, la Salernitana è stata capace di tenere sulle spine l’avversario sfiorando ripetutamente il gol del pareggio che avrebbe senz’altro meritato. Contro il Genoa è storia recente. La Salernitana si è castorizzata, ha tratto il massimo nonostante la leggera flessione sotto il profilo della pericolosità offensiva, capitalizzando tre punti vitali che ne hanno riacceso la speranza. Ed anche i numeri testimoniano la crescita progressiva dei granata: solo quattro reti subite in quattro gare (meno della metà nonostante una gara in più rispetto alle prime tre), tre gol fatti (uno in più rispetto alle prime tre) e quattro punti conquistati (a fronte del misero zero nelle prime tre). L’effetto Ribery c’è stato e, paradossalmente, ha inciso più sulla difesa che sull’attacco. Proprio quello offensivo è ora il reparto che va rivitalizzato. ASPETTANDO SIMY Gondo, Bonazzoli e Djuric hanno tutti timbrato il cartellino, anche se solo una volta. Ora si attende al varco Nwanko Simy, ingaggiato dalla Salernitana proprio con l’intenzione di regalare a Castori un bomber capace di andare in doppia cifra e trascinare a suon di gol la squadra granata alla salvezza. Finora il nigeriano ha deluso ma attenzione con le sentenze anticipate. Anche a Crotone, nella straordinaria passata stagione in cui ha raggiunto quota 20 gol in classifica marcatori, Simy ha cominciato a rilento. Nelle prime dodici giornate, infatti, l’attaccante nativo di Lagos mise a segno soltanto tre reti, che peraltro portarono in dote al Crotone solo un punto. Da gennaio in poi Simy ingranò le marce alte, riuscendo nel proprio exploit personale ma non in quello di squadra. Morale della favola: Simy, fisiologicamente, ha bisogno di tempo per trovare la forma migliore e (ri)trovare la via del gol. La Salernitana, dal canto suo, non può far altro che attendere che ci riesca, al più presto possibile.