di Raffaele Schiavone
Allora, chiariamo subito una cosa: la Salernitana sta rimanendo invischiata in una faida in corso da anni ai vertici del calcio nazionale. Da una parte Lotito, De Laurentis e qualche altro loro collega rimasto alleato. Gruppo che per qualche stagione sportiva ha fatto il bello e il cattivo tempo. Dall’altra parte c’è Umberto Cairo che, con i suoi amici, sembra aver preso in mano le redini del gioco. Un gruppo anche politicizzato che può contare, soprattutto, su quella informazione scritta e televisiva del pallone, schierata, oramai anche apertamente, a sinistra. E’ qui che si gioca tutto. Il gruppo di Cairo ha pensato che, attraverso la vicenda Salernitana, si possa assestare un duro colpo allo schieramento avversario. Anche perché a giorni sarà emessa la sentenza definitiva che potrebbe confermare la condanna a un anno d’interdizione nei confronti di Lotito. Una condanna, che sommata a una precedente di due mesi, farebbe superare il limite di 12 mesi e un giorno d’inibizione oltre il quale scatta la decadenza da tutti gli incarichi federali e l’impossibilità di essere eletti in futuro. Una condanna che escluderebbe l’imprenditore laziale dalla stanza del potere calcistico tricolore.
Ma ai tifosi granata tutto questo forse interessa poco anche se, essere a conoscenza di questo scenario, può far capire un po’ di cose. Lotito, indubbiamente, ha sbagliato nel non ipotizzare, sul finale della scorsa stagione, la possibilità di una promozione in serie A della Salernitana. Il che gli avrebbe consentito di cedere, con tutto il tempo a disposizione, il club granata a una cifra di mercato più vicina alla realtà. Chi governa attualmente la Lega sente oramai il sangue dell’avversario, e ha intravisto la possibilità attraverso la vicenda Salernitana, di dare uno scossone, forse definitivo, all’impero calcistico di Lotito. Ma ha anche annebbiato loro un po’ le idee. Sì, perché in tutta questa situazione viene dimenticata la cosa più importante dell’intera vicenda: Lotito non può svendere una propria azienda. Se dovesse essere messo alle strette, il patron della Lazio si vedrebbe costretto a rivolgersi al tribunale civile che, a detta di molti avvocati, gli potrebbe dare ragione.
E allora,si chiederanno i tifosi granata, come andrà a finire? La Salernitana è una società che in serie A, se questo benedetto Covid con le sue varianti consentirà il regolare svolgimento del campionato con il ritorno allo stadio del pubblico, porterà, con la passione che contraddistingue la sua simpatica tifoseria, altra ricchezza nel sistema. Allo stadio Arechi la presenza di 30mila persone con tante che verranno, non solo dalla provincia ma anche dalle altre regioni meridionali, è scontata. E in più, le trasferte della Salernitana porteranno in giro tanti tifosi. Insomma, un bel movimento di denaro che in questo periodo fa tanto gola. E allora? Si troverà, se non sabato prossimo, ma fra qualche giorno prima del responso della Covisoc, una soluzione. Lotito si darà qualche pizzico sul ventre, venderà la società granata nei sei mesi previsti, non un giorno in più, e a un prezzo leggermente di ribasso. Chissà che in cambio non si vedrà ridotta di quel tanto che basta la condanna che gli garantirebbe la possibilità di sedersi ancora al tavolo del potere calcistico. E così tutti saranno felici: Lotito tornerà a occuparsi solo della sua Lazio e avviare la ricostruzione dello stadio Flaminio (80milioni di euro, coincidenza ovviamente, è proprio la cifra che occorrerebbe per ridare alla Capitale un gioiellino d’impianto); il gruppo di Cairo avrà assestato un altro colpetto allo schieramento rivale. Ma soprattutto, la tifoseria granata potrà godersi la serie A. E tutto sommato, diciamo la verità, è l’unica cosa che conta.