SALERNO – «Io preferivo giocare da solo in attacco, nell’anno dell’albero di Natale ero l’unica punta e feci 30 gol. Alle mie spalle c’erano Rui Costa e Serginho, uno crossava e l’altro imbucava il pallone per me. Se ti devi dividere il reparto, il gol, con un altro è diverso»: parole e musica di Filippo Inzaghi (nella foto a destra). Questa dichiarazione dell’allenatore granata, rilasciata durante il documentario «Stavamo bene insieme» andato in onda circa un anno fa su Dazn nel quale vengono raccontate le gesta del Milan degli anni d’oro, può essere presa in prestito per valutare quale potrebbe essere la posizione in campo di Boulaye Dia (nella foto a sinistra di Gambardella) nella nuova Salernitana targata SuperPippo.
SULLE ORME DI SUPERPIPPO Inzaghi ha sicuramente avuto una carriera diversa, almeno finora, rispetto a Dia. Trofei, squadre prestigiose e tanti, tantissimi gol per SuperPippo, mentre il senegalese finora ha vinto poco ed ha militato sempre in club di fascia medio bassa, realizzando peraltro non tantissime reti. Per caratteristiche tecniche e fisiche però i due si somigliano, soprattutto in una: il fiuto del gol. Dia, infatti, nella passata stagione si è spesso fatto trovare puntuale all’appuntamento con il classico gol di rapina, una prerogativa che è sempre stata la forza dell’Inzaghi calciatore. E così l’attuale tecnico granata potrebbe applicare anche al suo attaccante di punta il concetto che riteneva giusto per lui, ovvero consegnargli le chiavi del reparto offensivo mettendo alle sue spalle due uomini di fantasia capaci di lanciarlo a rete.
LA FANTASIA AL POTERE All’epoca Inzaghi aveva il portoghese Rui Costa ed il brasiliano Serginho alle sue spalle, in pratica un rifinitore ed un esterno. In rosa la Salernitana ha tanti elementi che potrebbero imitare i due ex rossoneri: Candreva e Martegani, fatte le debite proporzioni, potrebbero essere gli alter ego di Rui Costa, mentre Cabral e Tchaouna potrebbero rappresentare i novelli Serginho. Un 4-3-3 o, ancora meglio, un 4-3-2-1 confezionato su misura per Dia e per metterlo nelle condizioni di realizzare quanti più gol possibili: «Per me Dia -ha dichiarato Inzaghi nella conferenza stampa di presentazione di mercoledì pomeriggio- è una prima punta, ma può giocare anche assieme ad un altro attaccante o trequartista. È un calciatore che va recuperato, deve fare 15 gol altrimenti non portiamo a casa le penne». Più chiaro di così.
DIFESA A QUATTRO, CENTROCAMPO A TRE Per supportare questa idea, Filippo Inzaghi sta lavorando in questi giorni di doppie sedute anche sulla difesa e sull’attacco. Il passaggio ad una retroguardia a quattro è praticamente obbligato se si vuole irrobustire il centrocampo con un uomo in più e liberare così gli uomini di fantasia alle spalle del terminale offensivo da compiti sacrificanti. In quel Milan, ad esempio, a dannarsi l’anima in mezzo al campo c’erano dei mastini come Gennaro Gattuso e Massimo Ambrosini, oltre ad un regista come Andrea Pirlo. Come fece il suo maestro Carletto Ancelotti, ora tocca ad Inzaghi trovare la quadra tattica per risollevare le sorti della Salernitana.