Salernitana, il giorno di Colantuono - Le Cronache Salernitana
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Salernitana, il giorno di Colantuono

Salernitana, il giorno di Colantuono

di Marco De Martino

SALERNO – Stefano Colantuono 4, il ritorno. In realtà, dalla Salernitana, il tecnico romano non se n’è mai andato. A parte la brevissima parentesi da dirigente della Sambenedettese dal settembre 2020 al gennaio 2021, Colantuono dalla stagione 2017/2018 in poi è sempre rimasto nell’orbita granata. In quel torneo cadetto, a dicembre, subentrò a Bollini ottenendo un anonimo dodicesimo posto. Nel torneo successivo si dimise, sempre nel mese di dicembre, dopo un disastroso girone d’andata. Il suo primo ritorno si concretizzò, con la gestione societaria affidata al generale Marchetti (ed ai trustee) e quella tecnica a Fabiani, in massima serie nel 2021/22 per rimpiazzare l’esonerato Fabrizio Castori. Colantuono rimase in carica fino a quando Walter Sabatini decise di sostituirlo con Davide Nicola, una mossa che probabilmente salvò la Salernitana in quello storico torneo. Rimasto a busta paga del club di Iervolino grazie al rinnovo automatico ottenuto in seguito alla salvezza della Salernitana, si riciclò come responsabile del settore giovanile granata salvo poi essere richiamato nello scorso, umiliante, finale di stagione per fungere da traghettatore della squadra ormai retrocessa in serie B nelle nove giornate finali dopo l’esonero di Liverani. Ora la quarta chiamata da parte della Salernitana per rimpiazzare Martusciello.
UNA SCELTA PER TIRARE AVANTI Una scelta che aumenta la sensazione, data già durante il mercato estivo, della totale assenza di progettualità da parte del proprietario del club granata il quale, pur di non aggiungere un altro allenatore al bilancio della sua società (Martusciello ha firmato fino al 2026), ha preferito affidare il timone della Salernitana ad un tecnico già a busta paga che non ottiene risultati positivi da ormai quindici anni (vittoria del torneo cadetto alla guida dell’Atalanta nella stagione 2010/2011). Nessun pregiudizio nei confronti di Colantuono ma una semplice valutazione dei freddi numeri. Sono state 66 le presenze da allenatore della Salernitana tra serie A (24), serie B (39) e Coppa Italia (3): 15 vittorie, 18 pareggi e 33 sconfitte il suo bilancio. In pratica Colantuono ha perso il 50% delle gare da tecnico granata. Ma tant’è. Ai tifosi della Salernitana conviene prepararsi ad un altro anno di sofferenza, con l’unica sostanziale differenza che, nel malaugurato caso si concretizzasse il bis, la Salernitana tornerebbe nell’inferno della serie C.
RITORNO AL 3-5-2? Difficile prevedere come si potrebbe riflettere il cambio di allenatore dal punto di vista tattico sulla Salernitana. C’è un’alta probabilità che la squadra granata possa cambiare diametralmente il modo di stare in campo, dopo il passaggio da Giovanni Martusciello, fautore di un 4-3-3 integrale riadattato (male) solo nell’ultimo match con il Bari, rivelatosi per lui fatale, a Stefano Colantuono, il quale, nelle sue molteplici esperienze a Salerno, ha quasi sempre adottato la difesa a tre o, per la verità, a cinque vista la presenze di terzini puri e non di esterni sulle corsie laterali. Dopo le difficoltà emerse nelle ultime giornate, il tecnico romano potrebbe, a maggior ragione, decidere di ripristinare una retroguardia più folta, anche per sfruttare la spinta degli esterni Stojanovic, Ghiglione e Njoh. In tal caso potrebbero trarre giovamento quei calciatori, come ad esempio Jaroszynski e soprattutto Velthuis, impiegati pochissimo da Martusciello e che, con una difesa a tre, potrebbero fungere da braccetto di sinistra. Va anche detto però che la Salernitana, in organico, ha tantissimi esterni d’attacco. Da Braaf a Verde, da Kallon a Dalmonte ed anche lo stesso Tongya sono tutti elementi che, con il passaggio ad un 3-5-2, sarebbero di difficile collocazione nell’undici titolare. Discorso opposto per i tre centravanti presenti in rosa, in particolare per Torregrossa, i quali avrebbero così la possibilità di giocare finalmente in coppia con un’altra punta di ruolo. Cambierà poco invece per i centrocampisti che giocherebbero sempre in un reparto a tre ma che avrebbero maggiore copertura anche grazie alla presenza di un difensore centrale in più alle loro spalle e di due esterni più votati alla fase difensiva. La sosta del campionato sarà propizia in tal senso.