di Carmine Petraccaro*
Mi vedo nuovamente costretto ad intervenire sulla “conservazione” e “valorizzazione” del Patrimonio Storico del nostro Territorio. Infatti dopo il “campo di battaglia” registrato sul Castello dei Sanseverino dove interventi scellerati, sterri e ricostruzione hanno distrutto e/o danneggiato le “rovine” che il tempo e la natura, a volta violenta, hanno conservato sino a noi. Interventi che, come già riportato in denunce e comunicazioni alla Pubblica Amministrazione ed alla Stampa, per fortuna non sono stati tutti realizzati: evidentemente solo contabilizzati! Questa volta però voglio parlare di un altro “campo di battaglia”, quello a sud-est del Castello nella Piana del Territorio Sanseverinese alla frazione Curteri e si tratta di S. Marco a Rota. Ebbene non è di Storia che in questa nota voglio parlare (la Soria è tutta lì!) ma dell’ennesimo attacco al nostro Patrimonio Culturale, portato avanti con interventi sistematici, peraltro con finanziamenti pubblici, dove, oltre al Comune e altri tecnici incaricati, in prima linea c’è anche l’Università di Salerno come raccontato su Facebook dalla Signora Fiorillo (successivamente ho scoperto essere professoressa associata) le cui reazioni alla mia nota non sono state certo degne di persona che dovrebbe insegnare ai nostri ragazzi. Ebbene, come potete osservare dalle foto a terra e satellitari, è possibile vedere un’area Archeologica simile ad “campo di battaglia”! Pensate che il Progetto ha come oggetto: “Parco Naturalistico Archeologico Regionale del Castello dei Sanseverino. Completamento interventi finalizzati alla fruizione turistico – culturale: 4° Lotto – Restauro del complesso di S.Marco a Rota finalizzato a sala polifunzionale”. Come si legge dal cartello pure allegato, i lavori hanno avuto inizio nel 2017 e ad Agosto 2023, lo stato è quello che viene riportato nella documentazione fotografica: siamo solo agli sterri! I ritardi però sono poca cosa rispetto al dramma che sta vivendo il Monumento, sia perché sono assenti le figure professionali previste dalla Legge in materia, e soprattutto perché vengono portate avanti Opere che nulla hanno a che fare con il Restauro del Monumento, opere in Variante rispetto al Progetto approvato dal Comune e dalla Soprintendenza ABAP nel 2014. L’unico a salvarsi è il Genio Civile di Salerno a cui il Progetto non risulta sottoposto per la necessaria Autorizzazione Sismica e di conseguenza mancano le figure professionali previste di cui alla Legge n.9 del 13/01/1983 (Geologo e Calcolatore in corso d’opera). Non risulta informata neanche l’Autorità di Bacino la cui Autorizzazione risultava indispensabile, visti gli interventi così invasivi che hanno parzialmente demolito anche l’argine di Rio S.Rocco, torrente che nei secoli, con i riporti alluvionali, ha contribuito alla trasformazione del sito con l’innalzamento della quota di campagna. 2/4 Comunque tutte le problematiche esposte portate avanti con lucidità anche dall’Amministrazione Comunale (il RUP è stato l’ing. Gianluca Fimiani che ha ignorato tutto!) sono poca cosa rispetto al “dramma” che sta vivendo l’intera area interessata da “scavi di sbancamento” per la realizzazione di sovrastrutture in cemento armato di cui già risultano eseguiti plinti e travi di collegamento sul lato destro e sinistro della chiesa. Basti dire che la realizzazione di tali opere ha comportato la distruzione sul lato nord-est di antiche fondazioni: e ancora più grave è l’utilizzo del terreno proveniente da questo sterro per eseguire il rinterro dell’area oggetto di campagne di Scavo Archeologico portate avanti per alcuni decenni e che hanno messo in luce un’abitazione alto-Medievale. A questo punto c’è da chiedersi se l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza ABAP, l’Università (la Signora Fiorillo precisa di essere il “DEUS” di tutto ciò!) sono a conoscenza di questo assurdo intervento, peraltro tutto in variante rispetto ad un “Progetto di Massima approvato”. E dunque: − chi ha autorizzato il rinterro della zona Archeologica oggetto di interventi precedenti? − chi ha autorizzato la realizzazione di sovrastrutture in cemento armato in fondazione e probabilmente in acciaio in elevazione, quando il Progetto prevedeva solo un cordolo sulla muratura portante della navata della chiesa per l’appoggio della capriata in legno lamellare? − come ha fatto la Soprintendenza ABAP ad approvare un Progetto che prevede perforazioni armate e cementate bandite già all’indomani del Sisma ’80 per le abitazioni civili? − come ha fatto la Soprintendenza ABAP ad approvare un Progetto che prevede la rimozione dell’intonaco (quasi inesistente) mentre quello presente all’interno della chiesa è perfettamente conservato? − come ha fatto la Soprintendenza ABAP ad approvare un Progetto che prevede il consolidamento della muratura con applicazione su entrambi le facce di rete elettrosaldata? − costoro hanno letto qualcosa, hanno guardato i Progetti? − si rendono conto che sono tipologie di interventi irreversibili che hanno visto un uso massiccio all’indomani del Sisma ’80, poi andati in disuso in quanto i danni che provocano risultano superiori agli ipotetici benefici? − il Comune e la Soprintendenza hanno accertato l’esistenza della verifica sismica? − è stato preso atto dell’esistenza dell’Autorizzazione da parte dell’Autorità di Bacino? Tutti interventi oggi sostituiti con metodologie nuove che non solo danno maggiore affidabilità ma hanno come obbiettivo primario la salvaguardia del Monumento. E’ tutto assurdo così come lo sbandierato utilizzo di “fibre di carbonio” senza specificare neppure dove queste dovrebbero essere utilizzate. E’ superfluo dire che, per la tipologia muraria in tufo l’uso viene sconsigliato anche per le volte. 3/4 Si sta parlando di un intervento su di un edificio inferiore ai 300 mq per cui si prevede un importo di € 925.397,41 e solo per lavori € 610.492,21. Questo significa € 2034,00 per metro quadrato peraltro con interventi che distruggono quanto la Storia e la natura selvaggia hanno conservato fino a noi. Pensate che la superficie complessiva dei pannelli murari è di mq.780 ma vengono contabilizzate opere diverse sugli stessi pannelli per complessivi metri quadrati 1.700. E’ una follia! A scopo semplificativo, riporto di seguito alcune voci di cui gli interessati possono prendere visione leggendo il Computo Metrico allegato al Progetto redatto nel gennaio 2014 dall’architetto Tiziana Saccone. Nella stessa contabilità infatti non esistono opere di “sterro”, non esiste il rinterro delle tracce degli edifici venuti alla luce durante le campagne di scavo Archeologico, non esistono opere fondali in cemento armato, etc … A scopo semplificativo, perché la quantità di voci assurde riportate nel Computo Metrico Estimativo del gennaio 2014 è lunghissima, si riportano di seguito le voci che hanno un valore economico elevato in quanto contabilizzano più interventi sugli stessi pannelli murari portando, come già detto, la muratura “trattata” dai circa mq.700 addirittura a mq. 1733 come risulta dalle voci del Computo Metrico numero d’ordine 66-67-68-69-70-71-75, voci che concorrono ad un importo complessivo di € 191.006,15. Comunque nel Computo Metrico Estimativo troviamo: • calcestruzzo per cordolo € 28.132,14 (246 € per metro lineare); • piastre per appoggio capriate in legno lamellare di abete € 6.655,41; • capriate in legno lamellare di abete € 35.995,80; • tavolato di abete € 11.376,32; • manto di coppi romani € 12.918,95 (questo significa che la sola copertura vale € 267,00 per metro quadrato); • scavo Archeologico eseguito a mano € 16.172,52; • pavimento in cotto cm 15×30 € 30.020,95; • consolidamento della muratura con iniezioni di cemento ed applicazioni di rete elettrosaldata mediante spicconatura dell’intonaco (per la chiesa solo per la parete esterna: c’è da chiedersi a questo punto a cosa serve) € 41.611,36; • consolidamento di paramenti murari in pietra e sarcitura di crepe (?) € 56.147,76; • consolidamento struttura muraria € 28.461,00; • fibre di carbonio € 9.380,28; • restauro muratura antica (?) € 29.621,00; • revisione e restauro paramento in pietra locale € 9.373,00; 4/4 • muratura in elevazione in pietra calcarea € 16.341,75; • intonaco civile € 19.329,14; • portoni esterni in legno metri quadrati 29.63 € 13.293,00; • puntellatura muratura € 11.295,84 ed altro ancora. Solo per opere provvisionali tra cui i cartelli è prevista una spesa di € 25.811,68. In disparte da quanto descritto, il rinterro delle meravigliose tracce di muratura in pietra, oggetto di scavo Archeologico eseguito con precedenti lotti, rappresenta il colpo di grazia per il nostro Patrimonio culturale. * Architetto