Da un lato l’eccesso, in termini di unità e, dall’altro, la carenza. Sono i due estremi che caratterizzano due reparti dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno: neuroradiologia e radiologia. Di fatti, stando a quanto denunciato da un medico in servizio presso il pronto soccorso dell’azienda ospedaliera ormai da tempo si starebbe verificando una situazione paradossale: il direttore della neuroradiologia avrebbe richiesto al direttore generale Vincenzo D’Amato altro personale a disposizione, tra tecnici e medici. Richiesta che sarebbe stata anche rispettata dal dg del Ruggi attraverso un “trasferimento interno”: alcuni tra tecnici ed infermieri sono stati trasferiti da radiologia per soddisfare le richieste della stroke unite che, conti alla mano, non avrebbe un così alto numero di pazienti. «Al momento, a neuroradiologia ci sarebbe un’anomalia nel numero degli accessi che il direttore di reparto utilizzerebbe per richiedere un maggior numero di unità che non servono, fortunatamente non ci sono così tanti pazienti colpiti da ictus ma non si comprendono le motivazioni di questo trasferimento», ha fatto sapere il medico che ha scelto, nella tutela della sua privacy, di raccontare quanto sta accadendo in questi mesi. In radiologia il numero dei tecnici è ridotto da 4 a tre mentre quello degli infermieri in servizio da tre ad uno. «Il problema è che il personale rimasto in servizio si ritrova a lavorare in condizioni difficili perchè effettivamente non vi è mai stata una riduzione in termini di impegno lavorativo e di utenti. Inoltre, proprio di recente è stata pubblicata una manifestazione di interesse per recuperare nuovo personale presso la stroke unite. «Si fa fatica a comprendere la ratio di questa scelto, vedo tecnici ed infermieri lavorare in modo disumano, sarebbe interessante capire perchè la neuroradiologia ha bisogno di così tanto personale che giustifica anche gli straordinari di questi ultimi mesi. Sono scelte difficili da comprendere anche perchè il nostro direttore generale non offre alcun chiarimento nè spiegazioni rispetto alle scelte attuate fino ad ora. Nulla di nuovo, ormai siamo abituati con questa gestione che andrà avanti ancora per molto», ha poi aggiunto il medico, in campo a tutela dei colleghi.
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