Pina Ferro
Probabilmente non indosserà mai più la divisa da agente di Polizia Penitenziaria, Giancarlo Picariello, accusato di aver rubato soldi ai detenti. Ieri i giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna inflitta in secondo grado a carico dell’agente, difeso da Michele Sarno, in servizio a Salerno, a tre anni e 8 mesi. A costituirsi partic civili nel procedimento a carico dell’agente, attualmente sospeso dal servizio, due romeni, vittime dei furti e rappresentati dagli avvocati Gerardo Cembalo di Salerno e Dario Masini del Foro di Roma. L’uomo, 48enne originario di Montoro, era stato arrestato nel settembre del 2013 con l’accusa di rubare denaro ai detenuti. Furono le segnalazioni dei detenuti a far scattare le indagini su Picariello, coordinate dal sostituito procuratore Giancarlo Russo e condotte dagli agenti della penitenziaria in veste di polizia giudiziaria. Due gli episodi che gli furono contestati nell’ordinanza, di cui uno ai danni di un detenuto “eccellente”, l’imprenditore cilentano Emanuele Zangari, che nel 2013 denunciò di essere entrato nella casa circondariale con mille euro, ma di essersene poi ritrovati a suo nome soltanto cento. La scoperta avvenne al momento di formalizzare una richiesta per l’acquisto in carcere di beni per un valore di 130 euro, quando dagli uffici penitenziari gli fecero sapere che in cassa non c’era per lui la capienza necessaria. Alla guardia carceraria di Montoro è stato poi attribuito un altro episodio, avvenuto nel corso del 2013, in cui a sparire sarebbero state poche centinaia di euro appartenenti a due romeni. Picariello era stato sospeso dal servizio in attesa dell’esito del procedimento penale in corso. Ora che questo è concluso l‘ammnistrazione penitenziaria potrebbe procedere a cogedare l’agente.