Rocca Cilento, il borgo ritrovato nel cuore del parco - Le Cronache
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Rocca Cilento, il borgo ritrovato nel cuore del parco

Rocca Cilento, il borgo ritrovato nel cuore del parco

di Arturo Calabrese

Il Cilento e il Meridione soffrono da sempre la piaga dello spopolamento. Sono tanti i giovani che vanno via e costruiscono altrove il loro avvenire, abbandonando i piccoli centri che sono così destinati a scomparire. Mentre la popolazione decresce, le attività commerciali chiudono, i servizi scarseggiano e i collegamenti con i grandi centri cessano. Un dato in netta controtendenza è quello che si sta registrando a Rocca Cilento, frazione di Lustra, nel cuore del Cilento Antico e del Parco Nazionale del Cilento. Grazie alla spinta iniziale data dall’imprenditore Stefano Sgueglia, che ha acquistato e sta ristrutturando l’antico maniero, il borgo di Rocca sta vivendo una seconda vita. La giovane amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Guerra, eletta nel settembre del 2020, sta molto investendo su Rocca con politiche mirate e iniziative. «Vedere tante case disabitate è un tuffo al cuore per un amministratore – spiega il primo cittadino – per questo motivo, come anche promesso in campagna elettorale, ci stiamo spendendo molto per dare a Lustra ed alle sua frazioni un nuovo volto. Ovviamente è il centro storico il punto nevralgico dell’azione amministrativa perché è lì che possiamo captare un afflusso turistico nuovo ed inedito per l’intero territorio. Rocca Cilento – aggiunge – sarà il traino per l’intero comune ed anche i centri limitrofi ne beneficeranno. È un lavoro complesso – conclude Guerra – ma la mia squadra ed io ce la stiamo mettendo tutta per arrivare ad ottimi risultati». Il Comune sta dotando il borgo di nuovi arredamenti e sta sviluppando idee per la creazione di parcheggi e di una nuova viabilità non disdegnando la mobilità elettrica. Rocca Cilento, dunque, si candida ad essere un modello di sviluppo e di ripopolamento che punta sul turismo e su nuovi posti di lavoro per giovani e famiglie. Recuperare un piccolo borgo, partendo dal suo luogo simbolo, è uno dei tanti modi per combattere lo spopolamento, evitando che i paesi di desertifichino e scompaiano per sempre. Chiaro esempio di questo assioma è per l’appunto Il castello di Rocca Cilento, avamposto difensivo dal quale la vista spazia tra la collina e il mare. Dopo i lunghi lavori restauro, l’inaugurazione è ormai alle porte e il taglio del nastro dovrebbe tenersi nel mese di giugno prossimo, un momento di arrivo ma anche di partenza. La struttura era considerata un punto di riferimento del territorio ed era sede della Baronia della Cilento. Doveroso utilizzare un tempo passato perché negli ultimi anni, purtroppo, aveva perso del tutto quella particolarissima eccellenza. E se il recente passato è totalmente da dimenticare, all’orizzonte si staglia un florido futuro: la struttura è stata infatti acquistata da Sgueglia, già proprietario del castello di Limatola, in provincia di Benevento, dove oramai non si contano le presenze giornaliere di turisti. Nella mente dell’imprenditore, c’è lo stesso destino per il castello cilentano che potrebbe ospitare eventi e grandi feste; uno sguardo al futuro prossimo che ha radici nel passato. Di proprietà della nobile famiglia dei Sanseverino, a partire dall’XI secolo la fortezza di Rocca vive un periodo di splendore, diventando un punto di riferimento per i commerci, attività amministrative e giuridiche di tutta l’area circostante. Tale florido momento cessa di esistere a metà del ‘500 quando il castello cambia numerosi proprietari vivendo alterne fortune. Nei secoli a venire ci fu un declino della struttura che subirà radicali modifiche e anche diversi incendi. Quella che si credeva potesse essere una svolta arriva negli anni ’60 del secolo scorso: Ruggero Moscati, storico napoletano, lo acquistò perché ne avvertiva il valore storico e le potenzialità che avrebbe potuto esprimere. Per circa 20 anni Rocca Cilento e la sua fortezza ospitarono convegni, mostre, insigni studiosi, eventi sportivi di caratura nazionale e dirette televisive ma ad un certo punto arrivò l’oblio. Dopo la morte di Moscati, le sorti del castello furono tutt’altro che positive. All’interno erano custodite armature medievali, mobili antichi, armi risalenti ai moti giacobini e a quelli risorgimentali, tutti cimeli oggetti di furto mentre le antiche ed enormi sale sono state vittime di vandalismi. Il declino ha toccato il suo punto più basso nel 2018, prima dell’arrivo di Sgueglia. Lustra e Rocca, dunque, possono diventare un esempio virtuoso per l’intero territorio e dare il via alla svolta necessaria per cambiare il futuro del Cilento e dei cilentani.