Una scritta alleata risalente alla Seconda guerra mondiale è stata rilevata dal maestro Carlo Schneider Graziosi sullo stipite in pietra di un portone sito nella centrale via Roma. Poche parole sbiadite dal tempo ed ignorate finanche dai residenti della zona dietro cui si cela uno spaccato di vita cittadina troppo spesso dimenticato. “No smoking petrol!” Vietato fumare, benzina! Un avvertimento in piena regola che si differenzia, per tenore, da quello restaurato anni or sono dalla Soprintendenza di Salerno nei pressi del vicolo Castel Terracena, nella galleria che da via San Michele porta a San Giovanniello. In quel caso, la scritta “Out of bounds”, Fuori dai limiti, era stata impressa per segnalare una zona non protetta dalle truppe alleate. La scritta “No smoking, petrol!”, invece, porta con sé una storia diversa che abbiamo provato a ricostruire con l’aiuto di alcune testimonianze storiche. Non c’è alcun margine di dubbio sul fatto che, nelle ore successive allo sbarco del settembre 1943, gli alleati predisposero postazioni non soltanto di avvistamento e/o idonee ad attaccare/difendersi dal nemico, ma anche hub dedicati alle provviste o, come in questo caso, alla conservazione del carburante. La scritta “No smoking petrol!”, ben si concilia con la volontà di evitare che l’accensione di una sigaretta potesse, accidentalmente ed incoscientemente, generare un incendio. Vecchi frames dell’epoca, d’altronde, dimostrano che uno dei depositi di carburante predisposti dagli alleati, non molto distante dal plesso in questione, prese fuoco a seguito dei bombardamenti nemici. Va da sè la volontà di evitare situazioni che avrebbero potuto condizionare in negativo l’avanzata delle truppe alleate. Nel corso della ricerca, ci siamo recati presso il plesso situato nel cuore di Salerno che,stando alla scritta, avrebbe dovuto ospitare il deposito in questione. In una ispezione sommaria concordata con l’amministratore di condominio abbiamo verificato la presenza di spazi idonei alla conservazione di materiale. La profondità della corte interna coperta da un solaio in cemento e la larghezza del portone, risultano ben funzionali ad operazioni di carico/scarico. Nessuna altra scritta è stata riscontrata all’interno. “Nel portare a conoscenza della collettività questa testimonianza di storia, l’Associazione Salerno 1943 si mostra disponibile a supportare un eventuale restauro da concordare con la Soprintendenza nelle modalità che riterrà opportune. Siamo felici di sensibilizzare l’attenzione su uno spaccato di vita cittadina per lo più ignorato. Vorremo donare al condominio ed alla Soprintendenza una teca che possa poi essere affissa in loco. Saremo felici di poter restituire alla città di Salerno una delle testimonianze del settembre 1943”, le parole del presidente Vincenzo Pellegrino.
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La voce di Lisette Oropesa a Ravello
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