Ravello Festival: guardando al futuro - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Ravello Festival: guardando al futuro

Ravello Festival: guardando al futuro

Di Olga Chieffi

 

Edizione di passaggio questa LXXII edizione del Ravello Festival, il cui cartellone, firmato dallo stesso direttore generale della fondazione Maurizio Pietrantonio, si colloca certamente come passaggio verso la prossima che speriamo abbia basi finanziarie solide, in modo da scegliere la abituale alta linea di programmazione come si conviene per una festival a cui guarda il pubblico internazionale.

E’ stata la Regione a volere e consentire giustamente, nonostante il persistente blocco delle risorse dell’Accordo per la coesione destinate destinatele, a non far perdere la continuità, mantenuta addirittura durante la pandemia, del Ravello Festival. In tempi brevissimi, le maggiori istituzioni musicali della Campania, hanno risposto alla prestigiosa chiamata è stato messo a punto un programma che, pur forzatamente ridotto nei contenuti e negli eventi.

Preludio domenica prossima nella cornice insolita dell’ Auditorium Oscar Niemeyer a passo di danza, un vero e proprio incontro ravvicinato con Roberto Bolle, con una splendente pléiade di étoiles per elargire un bel  carico di memorie tersicoree.

Un’occasione unica, per quanti riusciranno domenica a quasi sfiorare il ballerino, in un auditorium andato immediatamente sold-out, per ammirare, in una stessa soirée e sul medesimo palcoscenico, le più famose stelle del balletto di oggi “sfidarsi” amichevolmente, nel nome dell’arte della danza, in uno straordinario confronto di tecniche, scuole e stili. Dopo l’apertura in danza, ci si sposterà sul belvedere il 7 luglio e si andrà avanti fino al 25 agosto con sei concerti sinfonici, cinque da camera, il progetto Ellington e due eventi che combineranno tra loro parola, musica e teatro.

Il Teatro di San Carlo sarà protagonista nel concerto di apertura che avrà una prima parte dedicata a pagine wagneriane, come d’abitudine preludi e ouverture del primo Wagner dal Die Meistersinger von Nürnberg, Der Fliegende Holländer, Lohengrin e Tannhäuser, mentre la seconda celebrerà il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini, al quale non si sarebbe mai potuto sottrarre il festival, con l’Orchestra diretta da Giacomo Sagripanti e la partecipazione del soprano Marina Rebeka, la quale si trasformerà nelle diverse donne pucciniane, mentre la formazione eseguirà l’intermezzo di Manon, simbolo dell’ammirazione di Puccini nei confronti di Wagner, testimoniata dalla tavolozza armonica impiegata e dalla citazione quasi letterale del famoso Tristanakkord nel secondo atto, mentre ancora si sta ballando il minuetto, il momento in cui un amore disperato e sensuale travolgerà i due giovani. Ritroveremo, l’11 luglio, la Filarmonica di Benevento diretta da Michele Spotti con Laura Marzadori, che si cimenterà con il  Concerto in re maggiore op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, appassionante e coinvolgente per l’abilità del compositore nei passaggi da musiche dolcissime e melodiche a bruschi attacchi del solista e per la titanica Sinfonia n°5 di Ludwig van Beethoven

Ancora l’Orchestra e il Coro del Massimo napoletano, diretti da Edward Gardner ritorneranno il 13 luglio per l’esecuzione della sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, anche nota come Sinfonia corale di  Ludwig van Beethoven, in occasione del bicentenario dalla pubblicazione, con solisti il soprano Ailyn Pérez, dal mezzosoprano Elisabeth DeShong, dal tenore René Barbera e dal baritono Simon Keenlyside, pagine che evocano paura, rabbia, disperazione: un’opera che si potrebbe definire empatica, che riesce a descrivere la complessità e incomprensibilità delle emozioni umane, lasciando nella posizione privilegiata, il finale, la speranza. Il palco sospeso sul golfo ospiterà, quindi, il 20 luglio, l’Orchestra da camera dell’Accademia di Santa Sofia che, sotto la direzione della violinista Sonig Tchakerian, eseguirà le Stagioni di Vivaldi alternate alle Quattro Stagioni Porteñas di Astor Piazzolla, che ricordiamo interpretate da Richard Galliano nel 2013 in Auditorium. Nella diversità si trova il fascino di un parallelismo tra le due opera, che indica richiami ed echi, anche per contrasto: il susseguirsi delle stagioni nei due emisferi collega mondi, epoche e sensibilità diverse ma di matrice similmente popolare.

Tempo di barocco il 24 luglio con Antonio Florio e la sua Cappella Neapolitana per una serata del “Bello tiempo passato”, un balzo indietro di secoli nel 1673 per ascoltare l’intermezzo dell’ opera “Il Disperato Innocente” di Francesco Antonio Boerio con Giuseppe Naviglio, Olga Cafiero, Rosario Totaro e Pino De Vittorio. Tre gli appuntamenti cameristici ospiti della Sala dei Cavalieri di Villa Rufolo, a cominciare dal 28 luglio con Pavel Berman, violino in duo con Yenheniya Lysohor, pianoforte, in un programma dedicato a Mozart, Prokofiev, Chausson e de Sarasate, per proseguire il 4 agosto con il pianista Francesco Libetta, che eseguirà pagine di Ezio Bosso, Gluck, Mozart e Bach, per chiudere con i concerti da camera il 22 agosto, chiusura della sezione cameristica con il Trio dei Virtuosi di Sansevero Riccardo Zamuner, violino Ludovica Rana, violoncello Giuliano Mazzoccante, pianoforte, che proporrà il Ludwig van Beethoven del Trio op.1 n.3 e il Felix Mendelssohn Bartholdy del Trio op.49. Si pone al centro del Festival di Ravello il tributo a Duke Ellington, nell’anno celebrativo del cinquantenario della scomparsa, con il ritorno della Salerno Jazz Orchestra diretta da Demo Morselli e Danilo Rea al pianoforte. Un anno speciale per donare al pubblico l’indispensabile di quanto abbia composto il pianista, band-leader, musicista che in sessant’anni di attività, ha prodotto circa 1200 composizioni, consistenti in centocinquanta ore di musica personalissima, riconoscibile alle prime battute, spesso toccata dal soffio della poesia, aristocratica e popolare, colta e disimpegnata, lirica ed effervescente, impossibile da definire in tutte le sue sfaccettature, certamente la più fulgida testimonianza dell’arte nero-americana dello scorso Millennio. Il concerto all’alba, l’11 agosto, porta ancora la firma della Filarmonica G. Verdi di Salerno diretta da Alessandro Bonato, che prima della Sinfonia n°5 in mi minore op.64 di Petr Ilic Cajkovskij, sotto il segno del fatum, eseguirà il Capriccio sinfonico in fa maggiore, SC 55 di Puccini e l’idillio di Sigfrido di Richard Wagner. Il 18 agosto ancora un violino solista, quello di Andrea Cicalese, per il concerto n°1 in Sol minore op.26 di Max Bruch, con la Slovenian Festival Orchestra Direttore George Pehlivanian, che a completamento del programma eseguirà, la Italian Serenade di Hugo Wolf e la Sinfonia n.4 in la magg. “Italiana”, op.90 di Felix Mendelssohn Bartholdy. Il 19 agosto. Racconti e note con Michele Campanella e Maurizio de Giovanni.

L’amicizia tra uno scrittore e un musicista può creare l’occasione di dialogo e di inusuale colloquio con il pubblico in occasione dell’esecuzione della Sonata in Si minore di Franz Liszt. Anna Pirozzi sbarca a Ravello il 21 agosto, con il Quartetto lirico italiano ed Elda Laro al pianoforte per l’omaggio all’opera italiana e a Giacomo Puccini. Finale il 25 agosto all’ Orchestra Filarmonica G. Verdi di Salerno e alle masse corali del Teatro dell’Opera di Salerno, che ritrovano Markus Werba quale solista con Maria Sardaryan, soprano e Levy Sekgapane, tenore e la direzione di Michele Spotti per l’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff, una caricatura, ma seria, un’ironia, ma carica d’ammirazione, un “gioco”, come sempre, ma onusto d’impegno, per schizzare quel meraviglioso MedioEvo sospetto.

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