di Arturo Calabrese
Chiede spiegazioni all’Asl di Salerno il consigliere regionale della Lega, Attilio Pierro che ha presentato un’interrogazione in merito alla chiusura del servizio di radioterapia dell’ospedale di Agropoli, già chiuso nel 2013 e riaperto, tre anni dopo, su disposizione della giunta regionale. “A volte riaprire un ospedale chiuso è più difficile che ripartire da zero. Abbiamo dotato la struttura di 20 posti letto, garantiamo assistenza per codici bianchi e verdi, in autunno avremo il primo esperimento di medicina territoriale, davvero una bella giornata per Agropoli e per la sanità campana”, aveva dichiarato De Luca in quell’occasione, evidenziando che come per tutta la fascia costiere esiste un problema legato al periodo primavera estate con il raddoppio della popolazione. Infatti, il presidio ospedaliero di Agropoli era stato configurato come punto di accesso in deroga, dotato di pronto soccorso e di 20 posti letto di Medicina Generale, con relativo organico di medici ed infermieri, e con servizi di supporto, quali la radiologia e il laboratorio di analisi oltre alla “week surgery”. Con il Dca del 2018 il presidio è stato addirittura annesso al Dea di I livello di Vallo della Lucania, competente per tutte le problematiche organizzative; presso la struttura di Contrada Marrota, è attivo anche il servizio di Radioterapia, una terapia medica che utilizza le particelle ionizzanti (radiazioni) per colpire e danneggiare il Dna cellulare del tumore impedendo, così, la sua proliferazione e crescita e quindi fondamentale per i pazienti oncologici. “Il Centro di radioterapia di Agropoli è un presidio insostituibile per un bacino di utenza che va ben oltre i residenti, ma che riscontra anche le necessità di pazienti che provengono da tutto il sud Italia, atteso il buon nome della struttura e le specializzazioni nella cura dei tumori del fegato, della mammella e dell’apparato uro-genitale – si legge nell’interrogazione presentata da Pierro – Con la paventata chiusura si perderebbero decine di posti di lavoro, alcuni ad altissima specializzazione, e sarebbe in definitiva, l’intero Cilento, che già soffre i danni dell’isolamento geografico, a ricevere l’ennesimo colpo al suo sviluppo socio -economico”. Da qui la richiesta di un intervento da parte del governatore De Luca circa le intenzioni della giunta regionale per scongiurare il pericolo di chiusura.