di Luca Capacchione
L’orchestra è pronta, il sipario si alza, le luci si accendono, il direttore agita in levare la bacchetta: parte il Festival di Sanremo. Settantadue anni dopo “Grazie dei fiori”, il Casinò, tanta storia, polemiche e brani memorabili torna ad emozionare gli spettatori per cinque serate. La Rai indossa il vestito buono per aprire in bellezza ciò che Amadeus e il Presidente della Regione Liguria Giovanni Tori hanno definito come “simbolo di ripartenza per un Paese intero”. Ripartenza (vero), ma fino a un certo punto. Sanremo è vuota, chiusa e tanto cambiata rispetto a soli due anni fa, quando il mondo era ancora normale. È tanto una dama dal vestito bianco senza il classico bouquet a colorare il tutto. Eppure emoziona, portando indietro la mente e facendo riaffiorare i ricordi. Quest’anno la novità del Green Carpet, un manto erboso degno del migliore stadio al mondo, ha riportato sulla Terra gli artisti in gara, o quasi tutti. La tradizionale passerella pre-festival, usata per sfoggiare i look da ultimo grido e dai fan del Festival per godere dei cantanti, ha visto qualche defezione tra le quali ha spiccato quella di Massimo Ranieri, in gara per la settima volta con “Lettera al di là del mare”, dato dai bookmakers tra i favoriti. Diametralmente opposti Gianni Morandi e Iva Zanicchi, acclamati dal piccolo capannello di persone che la questura ha autorizzato per Corso Matteotti. I testi in gara lasciano grandi dubbi, soprattutto tra gli addetti ai lavori. La classica ballad sanremese è ormai un miraggio, ma la direzione intrapresa da Amadeusda ormai tre anni e tracciata dalla commissione musicale è chiara: siamo nei venti del 2000 ed è necessaria una sliding-door che proietti le composizioni nella nuova dimensione. Per noi nostalgici è dura da digerire, ma non ci preoccupiamo. Nella prima batteria Achille Lauro, Yuman, Noemi, Gianni Morandi, La Rappresentante di Lista, Michele Bravi, Massimo Ranieri, Mahmood con Bianco, Ana Mena, Rkomi, Dargen D’Amico e Giusy Ferreri. Gioventù e novità, passato e presente, esperienza e voglia di imparare. Nonostante tutto, da bravi italiani, ce la godiamo. Sanremo è Sanremo!