Enzo Sica
Ritornare in serie C dopo oltre dieci anni di calcio giocando sia in serie B ma anche nella massima serie rende tutti noi tifosi della Salernitana un pò più tristi rivedendo anche quello che è stato lo stadio Vestuti per tutti i salernitani con tante partite epiche che si sono disputate nell’impianto di piazza Casalbore in un’epoca in cui la terza serie meridionale rappresentava quasi un vestito tagliato apposta per i nostri colori.
Questa metafora conclusiva è quasi specchio che ci rappresenta un tifoso particolare, oseremo dire così come è stato ed è Andrea De Simone. Oltre ad essere stato presidente della provincia e parlamentare negli anni in cui la squadra granata disputava le sue partite interne nell’impianto di Piazza Casalbore ha sempre indicato lo stadio Vestuti come un pezzo di cuore in una città come Salerno che merita di più.
Certo la doppia retrocessione negli ultimi due anni non ha aiutato molto, anzi è stata un’autentica mazzata anche per lui che rivede, proprio perchè si è tornati in terza serie, i suoi primi contatti con l’impianto cittadino che affondano le radici addirittura nel 1965.
Sessant’anni fa il tuo primo contatto con la squadra granata?
<Ricordo che era settembre, pochi giorni prima della festa patronale di San Matteo. Eravamo tanti tifosi in Piazza Casalbore con le radioline incollate all’orecchio per seguire la gara tra Lecce e Salernitana. I due gol del nostro cannoniere Pierino Prati ci fecero esultare per la vittoria. Era la mia prima Salernitana che seguivo e che riuscì al termine della stagione a vincere il campionato con Tom Rosati in panchina. E’ il nostro caro Vestuti era lì, pronto anch’egli ad esultare con noi. Certo che anche allora subimmo delle ingiustizie come le abbiamo subite nell’ultimo play out contro la Sampdoria ma riuscimmo allora così come oggi a superarle ed a ripartire>
Certo il Vestuti è stato lo stadio nel quale tu hai visto passare tanti calciatori che sono emersi con la maglia granata?
<Fare una classifica diventa difficile. Io mi sono subito innamorato calcisticamente parlando di Pierino Prati che fu un acquisto importante e che giocava nel MIlan. Fu accolto benissimo nella nostra città da una tifoseria che si aspettava tanto da lui così come da quella squadra che aveva in Tom Rosati il suo condottiero tanto ma altri calciatori di spessore e qualità che davano tutto per la maglia granata che indossavano cominciando da Scarnici, Cominato, Corbellini, Sestili, Franco Rosati fratello del tecnico ed il portiere Piccoli>
E dopo quella prima volta, Andrea?
<Tre quarti di secolo seduto o in piedi ad esultare sulle stesse gradinate. Tra gioie e dolori come la vita stessa. Ma sempre, direi, con la stessa passione. A Salerno il calcio è identità. E non conta la categoria. In A o C noi ci siamo sempre e lo abbiamo sempre dimostrato sia al Vestuti che dopo il 1999 all’Arechi>
Però ci sono state anche squadre granata che hanno giocato in serie C al Vestuti che ti hanno entusiasmato?
<Certo. Penso che quella del ritorno in B dopo vent’anni con il compianto Peppino Soglia alla presidenza e un grande calciatore come Agostino Di Bartolomei. Un uomo vero, un amico. E’ con lui permettimi di ricordare Bruno Carmando, il masseur tuttofare così come tanti tifosi storici come Salvatore Orilia, Amedeo Rosamilia e gli ultras Ciccio Rocco, Enzo Cartone, Carmine Rinaldi. Erano quegli anni gli anni del Vestuti di vicinanza autentica>
L’ultima gara al Vestuti contro il Taranto fu quella che ti rattrista molto?
<E’ chiaro che le emozioni non si possono cancellare in un attimo. L’addio a quello che era stato un grande stadio per tutti noi di quella generazione, la festa che ne seguì per la promozione non riuscì a mitigare il magone di tutti noi che lasciavamo un pezzo di storia, anche se avendo giocato molto in serie C>
Dunque tanta nostalgia ancora oggi?
<Tantissima. E ogni volta che passo davanti al Vestuti sento un colpo al cuore.Quell’impianto è la storia, è memoria per tutti noi tifosi. Ora è uno spazio urbano preciso ma abbandonato come una cosa vecchia. Solo chi vive la politica senza cuore (e una frecciatina all’amministrazione comunale non è mancata…) può permettere che un luogo così venga lasciato marcire. Potrebbe essere un polmone verde, un centro sportivo per i giovani, un’area viva nel cuore di Salerno. Invece niente. Tante le promesse fatte, zero i fatti. Se fossi io al Comune proverei vergogna. E non aggiungo altro>
Per il futuro cosa ti auguri anche per questa Salernitana che tornerà in serie C a giocare tra poco più di una dieci giorni?
<Che possa avere la forza di riprendersi e ridarci un po ‘ di soddisfazioni dopo gli ultimi due anni disastrosi vissuti e da cancellare. Se potesse farci di nuovo sognare sarebbe la più bella delle medicine. Voglio anche sottolineare come le mura del Vestuti sono solo a cento metri da casa mia. E’ sogno magari per le cose che potrebbero esserci in un prossimo futuro a prescindere dal calcio e, che purtroppo, non ci sono. Chi ama questa città oggi soffre per la insicurezza totale ed anche la mancanza di spazi..>





