Marina Pellegrino, Vincenzo Meriani, Matteo Parisi e Francesco Venga hanno concluso il loro corso di perfezionamento in musica da Camera presso l’Accademia di Santa Cecilia
Di OLGA CHIEFFI
Concerti da solisti, su tutto il territorio nazionale, e la “felicità” del dialogo familiare in quartetto, questi gli ingredienti della lode conquistata dalla pianista Marina Pellegrino, pupilla di Andrea Lucchesini in quel di Fiesole, dal violinista Vincenzo Meriani, dal violista Francesco Venga e dal cellista Matteo Parisi, che hanno concluso giovedì scorso il corso di perfezionamento in musica da camera all’Accademia di Santa Cecilia. La splendida formazione, che avevamo ultimamente applaudito nella Chiesa di Santa Apollonia, ospite del Festival di Musica da Camera, ha scelto per la performance di diploma il quartetto in Mi bemolle maggiore K 493 per archi e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Quartetto n°3 in do minore op.60 di Johannes Brahms e una chicca col quale certamente avranno strappato la lode, il Quartetto in re minore di William Walton, andando così a completare l’intero ciclo della letteratura per questa formazione, una gemma classica, una romantica e una del secolo breve. Agogica centrata e tanto trasporto, musicalità, ottima sonorità e professionalità, con cui la formazione ha restituito tutti e tre i pezzi con buona comunicativa, mostrando una grande predisposizione al canto. Un discorso a parte va fatto per sir Walton, evocato in una pagina tecnicamente ardua in particolare per l’insieme e scritta con stringatezza di mezzi e spontaneità del tratto, è stata resa con lucidità ed espressività affilata senza mai dimenticare il retaggio romantico ed impressionista del quale le melodie waltoniane si nutrono. Un plauso per tutti e in particolare per Vincenzo Meriani, figlio d’arte di papà Angelo, che avrà suonato anche per il nonno addormentatosi da qualche giorno.