di Oreste Mottola
1861, i briganti ebbero paura del treno e lo fermarono uccidendo due ingegneri francesi della compagnia Talabot chiamati a valutare la convenienza e realizzabilità tecnica della Eboli – Foggia. Il 27 ottobre, nei pressi di Oliveto Citra, assassinano Antoine Aumeras, lo stesso capiterà poi a Giovanni Wolf, a Monteforte Irpino. I briganti sono quelli che rispondono a Carmine Crocco, il generale dei briganti, da Melfi. Ufficialmente protestano contro gli sconvolgimenti ambientali attesi nei confinanti boschi lucani. I tecnici ferroviari che stanno effettuando una consulenza, per conto del nuovo governo, sui percorsi migliori dove far passare il treno. Quel treno che fa paura anche perchè sposterebbe velocemente un sacco di truppe piemontesi e con la guerra civile in corso, la cosa ha il suo peso. Più vera la seconda ipotesi, ovviamente. C’è anche la terza ipotesi, la più reale di tutte, che ha al centro il sabotaggio o l’abbandono senza motivazione dei vecchi progetti borbonici per l’ammodernamento ferroviario che avevano coinvolto, in un regime di concessione, che oggi si direbbe di project financing, di imprese toscane in odore di massoneria londinese. Con i piemontesi dominanti la coperta si fa più corta, ci sono anche le loro linee ferroviarie da realizzare, tutte al Nord, così qualche opera al sud deve saltare. Nel mirino entra proprio la Eboli – Foggia. Scatta la classica alleanza tra malapolitica e poteri criminali ed economici che tanto male farà ancora al meridione. Comunque sia andata il personaggiio centrale è il generale dell’esercito dei briganti Carmine Crocco. Decide lui di fermare i lavori. COSA C’E’ DIETRO. Il progetto del tratto – Eboli Calitri, primo passo per sbucare a Foggia è datato agli inizi del secolo. L’ingegnere Armand Joseph Bayard de la Vingtrie, al servizio di re Ferdinando II progettista della Napoli – Caserta, nel 1840 iniziò a studiare il collegamento fra la Campania e la Puglia. Presentando diverse ipotesi intuì che il collegamento ferroviario Napoli-Foggia, passando per Eboli-Contursi Terme, attraversava la valle del Sele. Quella dell’Ofanto, congiungendosi con la ferrovia di Barletta con capolinea Foggia, la strada più breve per collegare il Tirreno all’Adriatico. Iniziano però i lavori, ancora oggi è possibile vedere i binari coperti dalla vegetazione… dalla stazione di Contursi Terme si addentrano per due chilometri per terminare presso le terme Forlenza. Ci si ferma nel 1861 quando quelli di Crocco uccidono i due giovani ingegneri francesi incaricati dal governo di redigere un expertise sulla realizzabilità dell’opera. I due omicidi offrono il pretesto per abbandonare il campo. Aumeras venne sepolto nel cimitero vecchio di Laviano. I briganti vincono, fermano sì il treno, rendendosi forse inconsapevoli strumenti di un gioco più grande di loro, condannando vaste zone ad un sottosviluppo che mai più verrà colmato. Aumeras, era nato Nimes e stava effettuando dei rilievi per la costruzione della ferrovia da Eboli a Calitri , seguendo il corso del fiume Sele e del suo affluente Temete e tunnel sotto la sella di Conza. Non gli fu consentito esprimere il suo parere. LA PALLA AL BALZO. Alla notizia dell’assassinio il governo piemontese prende la palla al balzo e sospende i lavori. Per non riprenderli mai più. Fascismo e Democrazia Cristiana pure artefici di grandi opere in zona, dalla diga sul Sele alla riforma agraria con i suoi borghi, non riprenderanno più in mano la questione. I fantasmi di Aumeras e Wolf continuano ad agitare i nostri giorni.