di Olga Chieffi
Uno dei binomi più celebri tra musici e registi è certamente quello composto da Alfred Hitchcock e Bernard Herrmann. Herrmann è riuscito a dar forma musicale alle paure inconsce e ai desideri nascosti nel profondo dell’animo dei registi e dei personaggi. Il concerto che domani sera, alle 21,15, inaugurerà la sezione jazz del Ravello Festival, vedrà protagonista il quartetto storico della sassofonista salernitana Carla Marciano, composto da Alessandro La Corte al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e Gaetano Fasano alla batteria, che presenterà l’ultimo progetto dedicato alle colonne sonore da film firmate da Bernard Hermann. “Psychosis”, infatti, è il titolo della quinta incisione della formazione, uscita per la Challenge Classics, e racchiude una rilettura delle melodie più amate e stordenti di questo compositore, aggressivo e presuntuoso, ma dotato di uno straordinario talento. Dal vertice espressivo che venne raggiunto con la colonna musicale di Vertigo, in cui la musica continua, insidiosa, allucinante come le immagini, ha un peso rilevante, catalizzatrice, a causa della sottile suggestione dei suoni che lo spettatore, insieme al protagonista, è vittima della realtà sempre sfuggente provocando una vertigine da cui non si può uscire, la musica di Psycho che segna un altro plateau espressivo e comunicativo (e non a caso Gus Van Sunt l’ha riutilizzata nel suo remake del 1998): la profonda angoscia, suscitata da una vicenda basata su una trappola senza uscita, trova negli interventi di soli archi il corrispettivo di un impatto tormentoso, fino alla celebre sequenza dell’assassinio della protagonista sotto la doccia, che appare ‘insopportabile’ proprio grazie alla musica di Hitchcock., il quale utilizza le note più alte del ‘cantino’, e ancora la partitura di Taxi Driver di Martin Scorsese, che descrive l”inferno metropolitano’ con il famoso tema blues, eseguito da Tom Scott, al sassofono contralto, dai filamenti metallici tenuti e indefiniti, che risolve il finale con quella solenne trenodia. E ancora Marnie e il fischio di Twisted Nerve, per andare a completare un quadro di partiture che contemplavano un modernismo di straordinaria energia. Il concerto sarà chiuso da un tuffo nel mondo misterioso e inquietante di Harry Potter con Hedwig’s Theme. Stavolta è il pianista Alessandro La Corte a omaggiare quel John Williams, il suo stile classico, un accenno di danza celtica, i suoni acuti e brillanti del metallofono e il ritmo leggero il modo minore, quella deformazione della melodia che, un dicembre di ben vent’anni fa ci consentirono per la prima volta di familiarizzare con i protagonisti della saga: un battito d’ali, la civetta immacolata Edvige, Silente, che spegne i lampioni, sulle tracce di Nicky Holroyd, il “maliardo” Jack Lemmon di “Una strega in paradiso”.