Pronto l'Appello contro Aliberti - Le Cronache Cronaca
Cronaca scafati

Pronto l’Appello contro Aliberti

Pronto l’Appello contro Aliberti

Scafati. A dieci giorni dalle motivazioni rese pubbliche dal Tribunale di Nocera Inferiore sul presunto voto di scambio a Scafati, la Procura Antimafia di Salerno ha pronto l’appello contro le assoluzioni comminate per il sindaco Aliberti e altri imputati di “Sarastra”. Da ricordare che il pubblico ministero della Dda Rocco Alfano aveva presentato istanza a 38 anni complessivi di reclusione ma quelle sue tesi accusatorie erano state bocciate dai giudici del primo collegio penale che avevano assolto tutti gli imputati perchè il “fatto non sussiste”. Motivazioni pubblicate dopo 6 mesi ed ora pronte per essere impugnate dalla procura distrettuale diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli al quale toccherà l’ultima parola prima del processo bis. Avrà tempo fino a metà giugno. Le sentenze di condanna divenute definitive (Alfonso Loreto e i cugini Luigi e Gennaro Ridosso) tornerebbero al centro delle attenzioni del pubblico ministero. Un processo basato sull’apporto politico che- secondo la pubblica accusa- sarebbe stato dato dal clan Loreto-Ridosso sia al sindaco che all’ex consigliera regionale di Forza Italia e che aveva visto sfilare sul banco dei testimoni collaboratori di giustizia e politici. La tesi sui pentiti è emersa nelle motivazioni dei giudici non solo su Massimo Fattoruso ma anche su altri collaboratori di giustizia (tra cui Romolo Ridosso) ritenuti inattendibili, imprecisi e con racconti senza riscontri. Il collegio dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore, infatti, aveva considerato infondate le parole di molti collaboratori di giustizia (compreso Alfonso Loreto il quale avrebbe raccontato di cose a lui riferite e non vissute in prima persona), tra cui Romolo Ridosso che compare anche nell’inchiesta sull’omicidio Vassallo, e Massimo Fattoruso fratello di “Spalluzzella” ucciso in un agguato di camorra nel 2014. “Romoletto” che è pentito dal 2016 aveva parlato di un patto tra politica e camorra che era stato sancito con l’accordo per una piscina del valore i circa 2/3 milioni di euro da eseguirsi nell’area ex Coopmes: opera che poi in realtà, da documentazione prodotta dall’imprenditore che doveva eseguirla risultava essere una vasca di raccolta di acque reflue di ben altra dimensioni e altri costi economici “ma in ogni caso mai affidata ad alcuna ditta del clan. Il collaboratore dichiarava anche di aver fatto campagna elettorale per le elezioni del 2015 in favore della Paolino Monica (su richiesta di nello Maurizio Aliberti) prima però del suo arresto (avvenuto nel 2014, quindi a un anno dalle elezioni regionali) e citava di essersi attivato, consegnando bigliettini elettorali in zone che non risultavano inseriti nel collegio elettorale della moglie del sindaco. Resta da capire se l’Appello della Procura Antimafia riguarderà il sindaco e altri imputati oppure il ricorso sarà solo per qualcuno degli assolti nel processo terminato il 13 novembre scorso.