‘A noi il Covid porta bene’: così si era chiuso il saggio nel 2021 sugli applausi scroscianti e con l’incertezza di essere tornati sul palcoscenico dopo due anni di chiusura. Quest’anno c’è la gioia di chi raccoglie i frutti di un lavoro difficile ma continuo. Tutto pronto per il Saggio Spettacolo 2022 del Professional Ballet. Cinque date, sette diplomande, quattordici gli ospiti tra primi ballerini e professionisti, oltre venti i titoli musicali in scaletta che spaziano dal repertorio classico alla danza moderna. Si comincia martedì 31 maggio e si prosegue da giovedì 2 a domenica 5 giugno al Teatro delle Arti sempre alle 19.30. «Le difficoltà non hanno rallentato la nostra corsa, ma hanno invece rafforzato la consapevolezza che proprio durante la tempesta bisogna scegliere di danzare. Alla paura, al dolore, alla tristezza, noi rispondiamo con la bellezza di questa meravigliosa arte», dicono Pina Testa e Fortuna Capasso, infaticabili direttrici delle due accademie private. La prima nata 44 anni fa grazie alla tenacia di un etoile che non ha mai mollato, neanche quando la vita l’ha messa a dura prova stroncandole la carriera, la seconda messa in piedi nel 2013, con quella stessa tenacia tramandata di madre in figlia. Accompagnata da Marco Protano, Adriana Scapaticci si diploma con “Spartacus”, uno degli ultimi tra i grandi balletti sovietici, eredi della tradizione russa dell’ottocento. Lui sarà Spartacus, lei la sua compagna, Phrygia, che lo accompagna fino alla fine. Venduti a proprietari diversi, si riuniscono dopo la fuga e il loro amore è espressa da un passo a due di una bellezza straordinaria. Licia Pirolo conclude il suo ciclo di studi danzando “La Bella Addormentata” con Gaetano De Feo. In scena il secondo prodotto della fruttuosa collaborazione tra il grande coreografo francese Marius Petipa (1818 – 1910) e il compositore russo Piotr Ilyich Tchaikoskij e un tripudio d’amore tra Aurora e il giovane principe Florimund. Emanuela Cipriani danza in coppia con Simone Liguori “Lo Schiaccianoci”, uno dei balletti dell’ottocento più conosciuti al grande pubblico. Qui è immortale il sentimento che unisce la dolce Clara al suo soldatino. Nel segno del romanticismo più puro anche il pas de deux della licenzianda Francesca Avallone che interpreta “Romeo e Giulietta” accompagnata da Ferdinando De Filippo. Il loro amore unico e sofferente è entrato nella memoria di tutti: non esiste persona che non conosca almeno una scena della tragedia, pur senza aver letto il romanzo. Paola De Feo lascia la scuola interpretando “Serenade” con Davide Guzzo. Si tratta del primo balletto che Balanchine coreografò in America su musica di Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Perfetto esempio dell’estetica balanchiniana contraddistinta da linee pure, è negli anni diventato uno dei balletti più rappresentati del repertorio. Carattere e tecnica emergono con Anna Varriale, protagonista di “La Esmeralda” con Giuseppe Protano. Tripudio di danza gitana, ispirato al romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, Esmeralda è la vittima di un barbaro intrigo al quale Quasimodo tenta di sottrarla con il rapimento. Infine Marisa De Vita si diploma con Don Quisciotte accompagnata da Marco Protano. La storia è quella tra Kitri e Basilio: i due s’incontrano nella piazza del villaggio. Le loro allegre danze si fermano improvvisamente all’apparire del padre di Kitri, che vuole costringerla a sposare il nobile e ricco Gamache. Nel mezzo le linee della danza contemporanea, una scandalosa video dance, l’energia dell’hip hop, la bellezza del modern, l’omaggio a Renato Carosone e l’incursione della Compagnia dell’Arte per una rilettura del film “Ballerina”. Gli insegnanti, coreografi e assistenti: Monica Micali, Sonia Saggese, Simona Dipierri, Annalisa Di Matteo, Davide Raimondo, Sara Forte, Axel Palombo, Maria Sansone.
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