Presidente Iervolino riconosca i propri errori - Le Cronache
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Presidente Iervolino riconosca i propri errori

Presidente Iervolino riconosca i propri errori

di Aniello Salzano

Il Presidente Danilo Iervolino si  sta accorgendo di quanto sia difficile governare una società di calcio, di quanto sia complicato far convivere in armonia un direttore sportivo con un allenatore, come sia facile scivolare dagli altari nella polvere, quanto sia semplice incappare in errori che possano farti pagare un conto salatissimo, rendendo inutili gli enormi sacrifici e gli esborsi cui ci si è sottoposti. E soprattutto quanto brevi siano le lune di miele !

Il Presidente, alla luce di quanto sta succedendo, è però obbligato a domandarsi i motivi della situazione incresciosa in cui ci si è avvilluppati, gli sbagli compiuti, a interrogarsi sulle capacità professionali dei protagonisti di un disastro comunque prevedibile, e se non sia assolutamente necessario aprire gli occhi sul futuro piuttosto che continuare ad illudersi sui 9 punti che ancora separano la nostra squadra dalla terzultima in classifica, la quale classifica potrebbe provocare ulteriori false illusioni. I miracoli, del resto si sa, avvengono una sola volta nella vita !

E allora, a costo di ripetermi, il Presidente Iervolino, di cui tutti apprezzano tutto quanto di buono ha fatto, riconoscendogli un legame di forte attaccamento alla Salernitana, deve capire che nel calcio è vietato tergiversare, che non può assumere sempre e comunque la veste del “Pacificatore”. Se Iervolino in verità si fosse affidato anche quest’anno a gente più navigata o più radicata nel mondo del calcio, certe decisioni le avrebbe assunte prima della pausa imposta al campionato, allorché già parecchi paventavano che le divergenze di vedute avrebbero innescato inevitabilmente dissidi e rotture, partorendo le figuracce e il disastro di oggi. I risultati, soprattutto l’ultimo, obiettivamente disonorano una città intera, mortificano i suoi tifosi, spegnendo in molti gli entusiasmi e la passione, accendendo timori e alimentando sofferenze e paure. Rischiando poi di interrompere il connubio tra la città, la società e la squadra, nella quale molto spesso con orgoglio essa si è identificata. Iervolino sa bene che di solito i successi hanno molti padri, le sconfitte sono orfane. In questo caso di esse egli conosce i responsabili: sono parecchi e identificabili, non solo Nicola. Che onestamente va ricordato per l’autentica e miracolosa salvezza più che per il rovescio di Bergamo. E allora il Presidente stavolta ricorra alla scimitarra e non più alla parola persuasiva, si liberi di chi sa poco di calcio ma straparla di calcio, rifletta ma poi decida di decidere, non “tentenni” e abbia il coraggio di riconoscere anche i propri errori, errori figli solo di inesperienza calcistica.