“Giù le mani dal porto di Salerno”. E’ questo lo slogan per la campagna lanciata oggi nella città campana contro l’accorpamento dell’autorità portuale con quella di Napoli, prevista nella riforma dei porti. A lanciare l’iniziativa è stata Assotutela l’associazione fondata nel 1982 per la Tutela e lo Sviluppo del Porto di Salerno, al termine di una riunione che si è tenuta nella sede del Terminal Sct SpA, ha preannunciato una serie di iniziative a sostegno della piena autonomia dello scalo marittimo. Tutta la comunità portuale, si legge in una nota, “rifiutando convintamente l’inutile e dannosa ipotesi di accorpamento, tutelerà con forza e determinazione, in ogni sede ed in ogni forma, i risultati ottenuti negli anni dal porto, grazie al lavoro tenace di imprese, lavoratori, servizi; lavoro tenace che ha posto lo scalo salernitano tra i protagonisti dello shipping internazionale”, affermano gli associati. Assotutela ha redatto anche un documento che verrà sottoposto ai cittadini ed alle istituzioni allo scopo di “condividere ed attivare ogni possibile azione tesa a preservare la piena autonomia gestionale, operativa e finanziaria del porto di Salerno”, affermano i promotori. Nel documento si afferma che la riforma della legge sui porti (84/94) e più specificamente in merito agli accorpamenti delle Autorità Portuali, non ha alcuna rilevanza rispetto alla risoluzione delle vere problematiche degli scali marittimi del Paese. L’accorpamento, secondo Assotutela, arreca danno alla città di Salerno, al porto cittadino, alle aziende esportatrici del territorio campano e meridionale che hanno contato fino ad oggi sulla disponibilità di un competitivo gateway salernitano verso i mercati del mondo; alla Campania stessa depotenziata sul fronte mare, passando da due ad una sola Autorità Portuale, mentre invece Liguria, Puglia e Sicilia sono riuscite a pretenderne e a mantenerne in vita due. “La teoria della pianificazione delle funzioni favorisce la subalternità economica, imprenditoriale e competitiva del porto di Salerno rispetto a quello di Napoli”, si legge nel documento. “Napoli – prosegue il documento – deciderà per Salerno la destinazione d’uso delle aree portuali, l’indirizzo delle operazioni portuali, il contenuto delle licenze per l’esercizio di impresa portuale, gli investimenti da realizzare. In altre parole Napoli deciderà quale è il futuro marittimo-portuale di Salerno”.
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