di Andrea Pellegrino Sequestrati due impianti del cantiere “Porta Ovest” e denunciate sette persone. Una delle due inchieste della Procura di Salerno (così come annunciato su queste colonne lo scorso 9 maggio) ha portato i suoi primi provvedimenti. Il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Boccassini ha firmato infatti il decreto di sequestro preventivo per due impianti di cantiere, ed in particolare per un impianto per la produzione di calcestruzzo nonché un impianto per la frantumazione, vagliatura e selezione di materiali inerti, facenti capo ad una nota società cittadina. Ieri i carabinieri del Noe di Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone hanno così apposto i sigilli ai due impianti di via Ligea di proprietà della “Italsud Salerno Spa” di Carmine Marinelli, che dovrà rispondere dei reati di emissioni di atmosfera non autorizzata e di illecita gestione dei rifiuti speciali. L’inchiesta – coordinata dai sostituti Procuratore Carlo Rinaldi e Marinella Guglielmotti, della sezione reati ambientali della Procura Salernitana, guidata dal Procuratore Capo facente funzioni Erminio Rinaldi – oltre a Marinelli ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di altre sei persone che dovranno rispondere dell’illecita gestione di rifiuti speciali. Si tratta di Riccardo Acernese, presidente del consiglio d’amministrazione della Tecnis Spa (la società capogruppo appaltatrice dei lavori della Porta Ovest); Giuseppe Miceli, procuratore speciale della Tecnis; Fulvio Giovannini, direttore dei lavori; Domenico Barletta, responsabile comunale del procedimento relativo ai lavori della Porta Ovest; Elena Valentino, capo area tecnica dell’Autorità portuale di Salerno e Francesco Maria Salvatore De Rosa, legale rappresentante della SSI srl. Secondo le contestazioni della Procura di Salerno, gli indagati – in concorso tra loro – hanno effettuato illecitamente attività di raccolta, trasporti stoccaggio e recupero di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da terre e rocce da scavo. Inoltre tali rifiuti venivano raccolti e trasportati con i mezzi della Italsud di Marinelli e della SSI di De Rosa, risultati sprovvisti dell’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Quanto agli impianti di via Ligea finiti sotto sequestro, i controlli dei carabinieri del Noe avrebbero accertato l’assenza della autorizzazioni alle emissioni in atmosfera. Si tratta di due strutture mobili che la ditta di Marinelli aveva installato nel cantiere della zona portuale per evitare i continui spostamenti di mezzi e uomini dalla cava estrattiva di Cernicchiara. Ma la continua polvere ed anche le precarie condizioni di conservazione della sabbia erano state al centro in più occasioni – oltre che dall’attività d’indagine dei carabinieri – anche dei cittadini e degli automobilisti della zona. Ora occorrerà convocare una apposita conferenza dei servizi (pare già fissata per il 29 maggio) per avviare l’iter utile al rilascio dell’autorizzazione per le emissione in atmosfera degli impianti che fino ad allora resteranno sotto sequestro. Respinta invece la richiesta di sigilli del cantiere gestito dalla Tecnis Spa. In questo caso i lavori di scavo dei trafori potranno proseguire. Seppur in piedi resta l’altra inchiesta: quella relativa ai crolli del costone di via Croce, verificatisi nel febbraio scorso. Nel caso specifico sotto la lente d’ingrandimento ci sono le vibrazioni provocate dalla continua operosità del cantiere e le eventuali conseguenze sui sovrastanti e confinanti costoni rocciosi. Anche questa inchiesta della Procura di Salerno è coordinata dal Procuratore Erminio Rinaldi.
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