Pace fatta tra pompeiani e nocerini. Sono occorsi ben duemila anni per chiudere una vicenda storica che risaliva al 59 d.C.. Non che ci fossero rivalità tra i pompeiani del terzo millenni e i nocerini ma non c’era mai stato nessun passo ufficiale per chiudere quella vicenda, troppe volte citata a sproposito in molti episodi di violenza odierni. L’episodio viene citato anche per la severa condanna che ne seguì. L’imperatore Nerone, infatti, portò a vicenda al Senato romano. L’anfiteatro di Pompei chiuso (oggi si diremme squalificato) per dieci anni e fu sciolto il collegia. Il senatore Livineio Regolo, organizzatore dei giochi, e gli altri incitatori della rissa vennero esiliati. L’interdizione dello stadio fu poi ridotta a soli due anni pare per l’ìintervento di Poppea, moglie di Nerone. Un fatto storico che meritava una riconcilazione ufficiale.
Come annunciato dal sindaco Uliano al premio “Amedeo Maiuri”, alla presenza del collega Giovanni Maria Cuofano, Pompei e Nocera Superiore firmeranno un patto di amicizia e a breve la notizia sarà ufficializzata con una conferenza stampa delle due amministrazioni comunali e una rievocazioni storica. Pompei e Nocera hanno un interesse comune.
Nocera è erede della Nuceria Alfaterna che fu capitale della confederazione sannitica meridionale di cui faceva parte anche Pompei e sono due città, facce di una stessa medaglia. Oggi anche Nocera (seppur distinta per una triste vicenda, in due comune) si affaccia allo sfruttamento dei suoi importantissimi beni archeologici. E non c’è nessun motivo di campanilismo perché avere più siti attrattori induce i visitatori a rimanere più tempo sul teritorio evitando il mordi e fuggi di cui la stessa Pompei è vittima. Del resto, che sia necessaria una comune regia da Ercolano a Sorrento e Nocera, passando per Pompei e Stabia è una necessità storica e turistica notevole. lo ricordava a Le Cronache il professor Mario Torelli, insigne archeologo, maestro di intere di generazioni di archeologi. Un ulteriore passo potrebbe essere quelli di far transitare sotto la soprintendenza Pompei l’intera area dell’Agro nocerino sarnese, area più omegenea nelle sue vicende antiche e quindi archeologiche.