«I punti nascita del Cilento e di Sarno non devono chiudere, ma rimanere aperti per parti semplici e senza complicazioni e nel frattempo potenziare i collegamenti con l’ospedale di Salerno per quelli a rischio». È semplice la ricetta di Mario Polichetti, responsabile reparto Gravidanza a rischio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona” e sindacalista della Uil Fpl di Salerno.
Dottor Polichetti, qual è la situazione del Suo reparto all’ospedale di Salerno?
“La situazione è sotto controllo dal punto di vista della gestione. Stiamo vedendo numeri in netta crescita per quanto riguarda le nascite. Il 2022 si è attestato circa 1700 nascite il che rappresenta u grosso passo in avanti rispetto avanti. È aumentata tantissimo la patologia che fa riferimento alla nostra struttura perché abbiamo questo centro di eccellenza delle gravidanze a rischio a cui fa riferimento tutta la provincia di Salerno ma anche altre regioni come Puglia e Basilicata. Per cui noi stiamo crescendo in maniera molto graduale e molto solida”
Se dovessero chiudere i punti nascita del Cilento e di altre località della provincia, quale sarà la ricaduta sull’ospedale salernitano?
“Dal punto di vista sindacale, mi sto interessando della situazione della chiusura dei punti nascita sia del Cilento che dell’Agro Nocerino-Sarnese e nello specifico della paventata chiusura del reparto dell’ospedale di Sarno. Ed ho anche studiato quella che potrebbe essere una soluzione ben definitiva e che consente di conservare i punti nascita nel territorio, quelli dislocati nei territori lontani dal capoluogo, facendo partire la rete Stam, il Servizio di Trasporto Assistito Materno. Vale a dire la creazione di una rete che dalla periferia converga al centro nel caso di una gravidanza a rischio. Questo vale per tutti gli ospedali della provincia. Ciò consentirebbe a tutte le pazienti maggiore tranquillità e sarebbe una valida risposta a chi si chiede come raggiungere Salerno da un qualsiasi luogo del territorio. La rete Stam già esiste, ma bisogna adesso investirci fondi. Sarebbe la soluzione più calzante al momento”.
Come verrebbe effettuato questo trasporto?
“Con ambulanze, La paziente fa riferimento al proprio presidio ospedaliero che rimane aperto e nel caso di patologia verrebbe trasferita con celerità a Salerno in ambulanza sulla quale ci saranno dei medici che potranno già intervenire lungo il percorso”.
Altro problema riscontrato nei giorni scorsi si è verificato all’ospedale di Battipaglia che ha visto tornare a casa i medici in prestito da Salerno. Il problema alla base è la mancanza di personale sanitario e dunque non solo medici ma anche infermieri, Oss e portantini…
“Non dobbiamo dimenticare che l’emergenza Covid ha assorbito gran parte delle risorse economiche che erano destinate alla risoluzione di queste problematiche perché purtroppo essa ha coperto un arco temporale molto ampio, dilapidando tutti quei fondi per la sanità che oggi sarebbero stati più che utili. Si sarebbero risolti i problemi delle liste d’attesa, del rimpinguamento della dotazione di personale a fronte dei pensionamenti. Adesso bisogno necessariamente ripartire da quesito punto di vista anche con una certa rapidità perché lo stato di sofferenza è ormai cronicizzato. Il messaggio che coglio mandare è che noi abbiamo il dovere di investire nella sanità pubblica, guai a derogare da questo punti di vista. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è un vanto perché non tutti hanno la possibilità di usufruire di strutture private e non tutti hanno la possibilità di pagarsi assicurazioni sanitarie che consentano l’accesso a strutture più qualificate e mi riferisco alle strutture del nord. Dobbiamo essere messi in condizione di poterci impegnare al meglio per la salvaguardia della salute pubblica».
La sanità viene messa in serio pericolo dall’autonomia differenziata…
“Sono assolutamente d’accordo. Questo dobbiamo farlo capire ai meridionali che hanno votato per la Lega: un partito che ha come obiettivo prendere le risorse del Sud e portarle al Nord. La sanità privata del Nord Italia ha investito nella nostra inefficienza e non c’è da aggiungere altro. Andiamo a rimpinguare le tasche degli imprenditori privati: diamo loro la possibilità di fare profitto. L’autonomia differenziata è stata un fallimento e deve esserlo in tutti i settori”.