Pisano, Costa a Salerno. «Delocalizzare ma nel rispetto delle norme ambientali in vigore oggi» - Le Cronache
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Pisano, Costa a Salerno. «Delocalizzare ma nel rispetto delle norme ambientali in vigore oggi»

Pisano, Costa a Salerno. «Delocalizzare ma nel rispetto delle norme ambientali in vigore oggi»

di Erika Noschese
Osservatori civici ambientali, monitoraggio h24 della qualità dell’aria, le migliori tecniche di produzione e il controllo delle stesse, la rivalutazione della autorizzazione integrata ambientale: sono alcune delle proposte lanciate dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa per provare a dare una risposta concreta ai cittadini sul caso delle fonderie Pisano. Ad oggi, infatti, si continua a parlare dell’opificio di via dei Greci ma nessuna soluzione definitiva sembra essere stata trovata ed il Movimento 5 Stelle di Salerno continua la sua battaglia a tutela del diritto alla salute e il diritto al lavoro. «Ci sono sicuramente delle problematiche e sono serie, sono antiche. Noi non dimentichiamo che l’ultima collocazione delle fonderie Pisano risale agli anni ‘60, quindi è tanti anni che queste problematiche investono la cittadinanza. Studi scientifici hanno dimostrato che queste problematiche sono concrete rispetto alla salute dei cittadini e al presidio sanitario, quindi una soluzione», ha dichiarato l’ex ministro Sergio Costa, oggi vice presidente della Camera dei Deputati, intervenuto ieri al dibattito pubblico tenutosi presso la Sala Molinari del complesso dei Cappuccini di piazza San Francesco. Costa ha più volte evidenziato la necessità di procedere con una rivalutazione della autorizzazione integrata ambientale data nel 2020 e che va rivisitata alla luce delle verifiche scientifiche e sanitarie fatte. «Ci sono possibilità tecniche, amministrative e giuridiche che possono essere messe in campo ma ci vuole la volontà politica – ha aggiunto – Bisogna bilanciare gli interessi dell’indotto e del lavoro penso che bisognerebbe aprire un tavolo con l’azienda, il Comune, la Regione perché le competenze sono di tutte queste ma anche con gli osservatori civici dei cittadini la soluzioni si può trovare nelle condizioni di ingaggio amministrative e tecniche che ho detto prima, quindi applicando le norme che già ci stanno e rinegoziando l’attività produttiva attraverso una delocalizzazione ma alle condizioni ambientali e tecniche riferite». Un punto di partenza resta sicuramente lo studio Spes: c’è, infatti, un’evidenza scientifica dimostrata non soltanto per le fonderie Pisano e l’Istituto Superiore di sanità «ha dimostrato che esiste una correlazione scientifica, in termini sanitari, tra quello che è l’ingiuria ambientale e la salute del cittadino – ha chiarito il vice presidente della Camera dei Deputati -Questo è un dato scientifico e se questo è vero si può andare a rinegoziare l’autorizzazione integrata ambientale magari inserendo il monitoraggio h24 con centraline funzionanti tutto il giorno e tutti i giorni». A portare avanti l’impegno a favore dei cittadini della Valle dell’Irno Nicola Provenza, ex deputato pentastellato che parla di un «tema molto sentito dalla comunità» ragion per cui «bisogna sollecitare ogni livello istituzionale, rendere consapevole la nostra comunità rispetto ad una necessità che abbiamo nella nostra terra: avere una consapevolezza del tema e la necessità di garantire il diritto alla salute». All’epoca del suo mandato, infatti, ebbe una interlocuzione incessante con il Ministero dell’Ambiente e, ha ricordato, «non solo con il ministro Costa ma anche con il Sottosegretario Micillo e il suo capo legislativo, l’avvocato Speranza, che dette un contributo decisivo alla Costituzione di parte civile da parte del ministero dell’Ambiente nel procedimento penale contro Guido Pisano ed altri».
Nelle mani di Costa oggi vi è un cospicuo dossier per far sì che anche il governo nazionale possa contribuire attivamente alla risoluzione di questa problematica». Se a livello regionale tutto è fermo, a livello comunale poco è stato fatto. Il tavolo tecnico indetto dalla commissione Ambiente, infatti, oggi è fermo al palo, come ha ricordato il consigliere Catello Lambiase, tra gli attori protagonisti del tavolo istituito: «Ci siamo visti quattro volte ma dopo i primi mesi c’è una fase di stallo. Sono state acquisite le notizie dai vari attori istituzionali e dagli uffici urbanistici del Comune per un problema di insediamento delle fonderie in una zona non più industriale come quella di via Dei Greci. Il tavolo serve ad ascoltare competenze, la decisione è presa dalla politica; si può arrivare ad una conclusione, rendere più trasparente la questione ma è la politica che deve assumersi la responsabilità di provvedimenti. Andrebbe perseguito un sistema scientifico affinché ci siano delle basi robuste, strutturate sul nesso di causalità per arrivare ad una conclusione». A ribadire la necessità di tutelare diritto alla salute e diritto al lavoro la consigliera e vice presidente del Consiglio comunale Claudia Pecoraro: «Abbiamo sempre detto che sulle fonderie Pisano i problemi sono due: la tutela della salute dei cittadini e delle cittadine della Valle dell’Irno, dall’altro la tutela del diritto dei lavoratori, di quelle 75 famiglie che si poggiano sul lavoro dell’opificio. Ad oggi la cosa fondamentale da capire è quale vuole essere il ruolo della politica in termini attivi per la tutela di questi due interessi contrapposti e la soluzione ideale per tutelare entrambi è quella di una delocalizzazione che non rispettano gli interessi dei Pisano ma sicuramente rispettano gli interessi della cittadinanza».