Quando ho incontrato Pippo Baudo la prima volta avevo poco più di vent’anni.
Ero un ragazzino che faceva radio, salivo e scendevo da ogni tipo di palco.
Mi sembrava un sogno averlo come super ospite al Fabula. I piccoli scrittori erano curiosi di conoscere l’uomo che aveva accompagnato intere generazioni.
Quando lo vidi arrivare in macchina il cuore mi batteva forte: la storia della Tv italiana a casa mia.
Fece un incontro pazzesco con i giovani creativi e per tutto il pomeriggio si concesse a foto e autografi con chiunque, nessuno escluso. Mai una smorfia sul suo volto: solo gratitudine e riconoscenza verso il suo pubblico.
Alle 20 la serata di gala stava per partire, la piazza era strapiena, pochi minuti all’inizio e Baudo lascia le quinte per mettersi in prima fila, il pubblico lo vede arrivare e parte una standing ovation che mi lascia senza parole. Un brivido mi corre lungo la schiena, mi viene da piangere, ho gli occhi lucidi e il cuore in gola.
La storia poi la conoscete ma se non ci fosse stato lui forse oggi la mia vita sarebbe diversa, forse il Fabula non avrebbe triplicato il numero dei giovani creativi che scrivono storie e ogni anno fanno la corsa per partecipare.
Grazie Pippo, grazie di cuore.
Fai un buon viaggio maestro!





