Pigozzi a Salerno: il pubblico il dodicesimo uomo in campo - Le Cronache Salernitana

di Enzo Sica

 

I ricordi: davvero tanti, non tutti nitidi ma certamente interessanti. La grande gioia: quella di aver indossato la maglia della Salernitana per sette lunghi anni certamente non sarà mai dimenticata. E’ così? < Certo, non ci sono dubbi. Sono stati anni bellissimi, che ricorderò sempre con l’affetto che, poi, mi sono portato dietro e anche aver rivisto il mio <Vestuti>, teatro di tante battaglie calcistiche qualche giorno fa, mi ha fatto davvero commuovere>.

Non è una frase fatta quella pronunciata da Gino Pigozzi, classe 1947, il prossimo 19 luglio compirà 77 anni, terzino fluidificante, come si diceva un tempo, padrone della fascia sinistra del campo. Un terzino che certamente non c’è più nel calcio moderno con moduli e sistemi di gioco diversi.

Ma noi facciamo riferimento al 1967, con una generazione moderna che non ha conosciuto Gino se non attraverso i libri che parlano della storia della Salernitana. Ma questo ragazzo che aveva appena 20 anni e che arrivava da Villa Minozzo, un paesino dalle parti di Reggio Emilia entrò subito nel cuore dei tifosi di quel tempo. . < Si, come hai detto tu avevo poco più di vent’anni e quando mi trasferirono alla Salernitana ero alquanto incuriosito dal fatto che dovessi venire a giocare in una piazza calda come quella di Salerno e per giunta in un torneo difficile come era quello della terza serie meridionale. Non ci pensai molto tempo e arrivai a vestire la maglia granata della Salernitana>

Anni duri, difficili quelli Gino?

<Perchè c’era tanto agonismo, tanta voglia di non soccombere di fronte a nessun avversario. E noi nel nostro mitico Vestuti davamo del filo da torcere a tutti>.

Già il glorioso stadio di Piazza Casalbore nel quale qualche giorno fa Pigozzi si è recato per rivederlo anche con un pizzico di nostalgia.

<Mi trovavo nel centro di Salerno e mi son detto: perchè non arrivare al Vestuti?: L’ho fatto e nei pressi dello stadio mi son sentito chiamare. Qualcuno mi ha riconosciuto, ho pensato ed era un grande amico come Tano Pecoraro. Ci siamo abbracciati, abbiamo rivisto il nostro passato, siamo entrati nel Vestuti ed un senso di scoramento ci ha entrambi attanagliato. Ho visto le targhe sul muro a ricordo di tanti ex calciatori che non ci sono più come il mio grande amico Fulvietto Di Maio o anche Bruno Carmando, persone che mi hanno lasciato, così come tutti gli altri, ricordi della mia permanenza a Salerno che non si cancelleranno mai>

Sei, infatti,i tornato dopo un pò di tempo nella tua Salerno, se non sbaglio?

<Guarda mia moglie Assunta l’ho conosciuta proprio negli anni in cui giocavo nella Salernitana. I miei suoceri abitano in via Luigi Guercio anche se con due figlie e quattro nipotini oggi sono un pensionato a tempo pieno e non mi allontano facilmente da Reggio Emilia. Ma devo dire che amo ancora e tanto il calcio>

Gino, ci aggrappiamo alla macchina dei ricordi dopo oltre 50 anni. Davvero tanti anche perchè hai indossato la maglia granata ben 212 volte realizzando anche gli unici due gol della tua eccellente carriera che è continuata dopo Salerno con Caserta, Nocera e hai chiuso nella tua Reggiana?

<Devo dire che molti ricordi sono offuscati nella mia mente. Ci sono, però, i tecnici che ricordo come Rinaldo Settembrino, che fu il mio primo allenatore a Salerno, Alfredo Magni, lo stesso Tom Rosati che sono stati determinanti per il mio percorso calcistico anche se, ripeto, i tempi, quei tempi sono cambiati>

Anche molte delusioni hanno fatto da sfondo nella tua avventura calcistica salernitana?

<Diciamo che le gioie forse sono state maggiori rispetto alle delusioni anche se quella mancata promozione in serie B, quando fummo sconfitti a Barletta in una partita che potevamo e dovevamo vincere mi lascia ancora davvero l’amaro in bocca. E il Sorrento che forse non meritava riuscì ad andare in cadetteria. L’avvocato Tedesco è stato un grande presidente, fece di tutto per giocare in serie B ma Torino portò il Sorrento a Napoli>

Quando era determinante nella tua epoca il pubblico del Vestuti, quella curva sud che con il suo tifo incuteva timore ad ogni squadra avversaria?

<Moltissimo direi. Ricordo che quando dagli spogliatoi ci portavamo sul terreno di gioco sulla scaletta alla cui destra c’era appunto la sud tutti noi prendevamo contro ogni avversario quel coraggio che poi mettevamo sul terreno di gioco incutendo timori agli avversari. Ed i risultati arrivavano sempre visto che il nostro Vestuti rappresentava davvero il dodicesimo uomo in campo>

Allo stadio Arechi, invece, non hai mai giocato?

<No ho disputato solo una amichevole dopo la vittoria nel campionato di serie C che proiettò, finalmente, la Salernitana in serie B dopo anni ed anni di purgatorio nella terza serie meridionale. Uno stadio anche questo che è stato determinante per i futuri successi che sono arrivati con la serie A raggiunta tre anni fa>

Cosa pensi, invece, della Salernitana attuale, che segui ancora e di questa retrocessione in serie B dopo, appunto, tre anni continui nella massima serie?

<Ci sono rimasto male anche io. Una stagione che è nata male ed è continuata, finendo peggio. Ma sono sicuro che la società granata cercherà di affrontare la prossima stagione con voglia di riprendersi e di dare grande soddisfazione a tutta la tifoseria. E Petrachi e Sottil li ritengo davvero in grado di riuscirci>

Ed a proposito di tifosi, tu che li hai sempre decantati quando la Salernitana disputerà nella tua Reggio Emilia la gara di B contro la Reggiana per chi tiferai?

Una piccola pausa per pensarci, poi tutto d’un fiato dice: <Tiferò per la squadra che gioca meglio e certamente avrò sempre un pensiero in più per la tifoseria granata che porta sempre tantissimi appassionati al seguito della squadra del cuore. Così come credo che anche a Reggio Emilia ne verranno in tanti>

Poi un rapido saluto, con un augurio a tutti gli sportivi salernitani:

<Stasera mi vedrò con Roberto Chiancone, un altro ex calciatore di quel tempo con altri ex calciatori ed amici. Ho giocato con Roberto, un centrocampista con i piedi buoni come si diceva in quel tempo nella Nocerina, dove mi presi anche la rivincita perchè vincemmo il campionato di serie C, arrivando per la prima volta in B con la squadra molossa. E’ fu davvero un traguardo eccezionale che raggiungemmo>.>

 

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