“Anche l’errore umano è tra le strade che porta al Signore”. Don Sabino conosceva Anna Maria Donadio da anni. Con lei diede vita, trentacinque anni fa, al Movimento del Cristo Risorto e ieri, in occasione dell’estremo saluto, ha richiamato quell’operazione alla tiroide che potrebbe essere stata la causa del decesso di una donna forte che non aveva mai palesato particolari problemi di salute. “Un intervento routinario che si è trasformato in occasione di decesso”. La figlia Benedetta stringeva forte quel berretto che, unitamente alla divisa, indossava con orgoglio e senso del dovere. Ieri pomeriggio l’ultimo struggente saluto ad Anna Maria Donadio, la poliziotta salernitana deceduta in seguito ad un intervento di routine alla tiroide. Un lungo applauso al passaggio davanti al picchetto disposto dalla polizia di stato. Ad attenderla al Duomo i colleghi che con i quali aveva condiviso tante operazioni. Un percorso inziato trent’anni fa. Lunghi pattugliamenti, inchieste delicate. Tra queste il vice questore vicario e la dottoressa Rosanna Trimarco, dirigente della squadra volanti per la quale prestava servizio Anna Maria. In tanti la chiamavano la poliziotta buona, particolare che ha sottolineato anche don Sabino Palombieri nel corso dell’omelia di ieri pomeriggio (“Rispettava sempre la dignità delle persone anche quando, richiamata dal senso del dovere, doveva arrestare qualcuno”). Un toccante ritratto dello sfortunato agente che in tanti hanno voluto salutare per l’ultima volta. Una messa che il sacerdote della parrocchia di San Domenico, dov’era stata allestita la camera ardente, ha celebretato insieme ad altri undici ministri del culto. E il tema della resurrezione, richiamato con vigore in queste ore in occasione delle celebrazioni liturgiche pasquali, è stato l’argomento centrale dell’omelia. Inconsolabile il marito Marco Gallo che in una lunga lettera, affidata ad un amico di famiglia, ha ricordato la moglie. Il loro forte legame, il senso della famiglia e dello spirito del sacrificio in soccorso del prossimo. Sempre in prima linea per intervenire in soccorso dei deboli. Quella rabbia celata a fatica per una morte che poteva essere evitata. Toccante anche il ricordo della mamma letto dal figlio Salvatore. Nel corso dell’omelia sono intervenuti un rappresentante del Movimento dei Testimoni del Cristo, un’amica ed il sostituto commissario Pietro Senatore. Presente anche l’avvocato Scarpetta che sta seguendo passo dopo passo la vicenda giudiziaria. I risultati dell’autopsia chiariranno se il decesso di Anna Maria Donadio è stato causato da negligenze meidiche. Tre gli indagati.
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