Picariello, la consigliera che mentì per Alfieri - Le Cronache Ultimora
Ultimora

Picariello, la consigliera che mentì per Alfieri

Picariello, la consigliera che mentì per Alfieri

di Erika Noschese

Nell’inchiesta della DIA di Salerno, sembra emergere un ruolo chiave dell’assessore Maria Rosaria Picariello, la candidata più votata alle ultime elezioni comunali, nominata assessore alle Politiche Sociali del Comune e oggi dimissionaria. La Picariello avrebbe riferito ad Alfieri i messaggi minatori di Roberto Squecco, come emerso dalle intercettazioni, in seguito alla violazione del patto da parte del politico dem e all’abbattimento del lido Kennedy. La Picariello è indagata per favoreggiamento personale. Secondo le accuse, avrebbe assunto un atteggiamento di evidente reticenza, dichiarando di conoscere Antonio Bernardi solo come vigile urbano di Capaccio Paestum e di aver interloquito con lui in poche occasioni, limitandosi a questioni relative alla riconferma del suo impegno a tempo determinato. Durante il suo interrogatorio, l’assessore ha dichiarato di ritenere Bernardi «persona vicina ad altre persone», per poi negare tutto, escludendo che il riferimento fosse a Squecco. Ascoltata a giugno 2024, ha smentito le dichiarazioni pronunciate pochi minuti prima, nonostante le sollecitazioni del tenente colonnello a raccontare la verità. In merito ai rapporti tra Michele Pecora e Bernardi, la Picariello si è limitata a dire: «Io credo si conoscano», aggiungendo di averli visti insieme solo a un funerale. Tuttavia, ha confermato che l’imprenditore e l’agente di polizia municipale si conoscono in quanto vicini di casa. Riguardo alle vicende del lido Kennedy, l’assessore ha dichiarato di aver ricevuto, nel maggio 2023, un sarcastico messaggio di ringraziamento da Bernardi, accompagnato da una foto che ritraeva un escavatore impegnato nelle operazioni di demolizione. La Picariello avrebbe ricevuto minacce da indirizzare al sindaco, ma ha dichiarato di non averle mai riferite. Questa circostanza è stata smentita dai fatti, poiché le parole erano state effettivamente riferite al sindaco. Infine, l’assessore ha cercato di smentire anche l’incontro con Michele Pecora e Bernardi, negando di averli incontrati entrambi di persona. Durante l’interrogatorio la Picariello prova a difendere Alfieri, accusando Squecco. «Io non ci voglio avere a che fare con queste persone», dichiara l’assessore che si limita a dire di non ricordare nulla. Dopo l’interrogatorio però conferma al consigliere Di Filippo di aver falsamente riferito agli inquirenti di non ricordare l’incontro durante il quale Bernardi le rivolgeva le minacce da veicolare ad Alfieri e di non averle riferite al sindaco. L’assessore dichiara poi di essersi limitata a descrivere il rapporto tra Squecco e Bernardi come tra vicini di casa. «Ora speriamo che li arrestino presto tutti quanti, quella gentaglia brutta», dice l’assessore che recrimina agli inquirenti di non aver sentito Nino Pagano. Per Alfieri, Squecco, Nobili, Bernardi, Pecora, De Cesare e Genovese, il Gip aveva chiesto la misura cautelare del carcere ma respinta per alcuni. Secondo il Giudice per le indagini preliminari infatti Squecco mostrata una personalità criminale allarmante e preoccupante con una propensione alla commissione di condotte intimidatorie realizzate contando sulla carica intimidatoria per l’appartenenza al clan mentre Bernardi, incensurato, mostrava una allarmante disponibilità nei confronti di Squecco, consapevole della capacità criminale. Stesso discorso per Pecora. Per il gip Alfieri contribuiva a proseguire gli interessi economici anche in contrasto con l’interesse pubblicistico dell’amministrazione comunale, mostrando una propensione e disponibilità a realizzare i proprio interessi elettorali avvalendosi di criminali di alto spessore.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici su twitter

@LCronache

Seguici su Instagram

@le_cronache

Seguici Su Facebook

Segui in tempo reale