di Gennaro D’Amico
La bagarre politica che ha animato lo scorso fine settimana si è consumata lungo l’asse Vallo della Lucania – Agropoli. Notevole preoccupazione si è avuta circa la stabilizzazione degli assistenti sociali e delle altre figure tecniche rientranti nella governance sociale nell’ambito del Piano di Zona S8. Con i dipendenti in scadenza di contratto, a partire dal 2 Giugno si rischiava davvero di mettere a dura prova il sistema su cui si basa l’operatività di tutto l’assetto dei servizi sociali che oggi svolge il suo servizio di assistenza e supporto nei vari ambiti territoriali, favorendo così la realizzazione di “una rete di servizi alla persona”, in una logica di forte integrazione istituzionale ed operativa.
La costituzione del Piano Sociale di Zona S8 si deve all’ accordo di 37 comuni a sud della Provincia di Salerno. Con tale accordo la Regione Campania ha provveduto a ridisegnare i confini degli ambiti territoriali al fine di farli coincidere con i territori di competenza dei Distretti Sanitari. Il comune capofila è Vallo della Lucania, dove è localizzato l’Ufficio di Piano, con la sede amministrativa, ma ben presto potrebbe essere la città di Agropoli ad assumere il ruolo di coordinamento del servizio.
Difatti, a seguito di lunghe discussioni che si sono protratte più del dovuto e dopo una serie di riunioni tenutesi tra Vallo della Lucania ed Agropoli approdate in un nulla di fatto, il problema sembrava ormai essere arrivato ad un punto di non ritorno.
Lo scorso 30 maggio, poi, un’ulteriore riunione tenutasi a Vallo della Lucania ha visto il Sindaco di Agropoli Mutalipassi avanzare la proposta di stabilizzare tutti i nove assistenti sociali con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato part-time, il tutto utilizzando il Fondo di solidarietà finalizzato alla stabilizzazione, che Vallo della Lucania trasferirà ad Agropoli. Questo passaggio rappresenta una soluzione temporanea ma che vedrà i 37 comuni operanti all’interno del Piano di Zona riunirsi per deliberare la costituzione – che avverrà entro e non oltre il 30 Settembre prossimo – dell’Azienda Speciale consortile, che includerà tutte le 18 figure afferenti i servizi sociali. Tale appuntamento sicuramente rappresenterà uno spartiacque importante nella continuazione alla prestazione di un servizio necessario al territorio che dovrà continuare ad apportare quel contributo utile alla società anche grazie alle tantissime attività didattico-formative che mette in campo.
A questo punto l’utile riflessione da fare è soprattutto la seguente: perché arrivare a mettere a repentaglio l’usufruibilità di un servizio necessario arrivando a scadenza di contratto? Perplessità hanno suscitato le note diramate dal comune di Vallo della Lucania successive allo sblocco della situazione. Dalle righe diffuse dal comune si parla di “un malcelato disegno politico”. Orbene, il particolare che non deve essere mai dimenticato è che sarebbe utile evitare che un servizio essenziale per il territorio diventasse terreno di aspra battaglia politica.
È noto che tra il Comune di Vallo della Lucania e quello di Agropoli vi sia sempre stata una continua ed a volte inutile conflittualità atta ad accaparrarsi servizi necessari al territorio. Ma oggi, quel che più conta, è iniziare un nuovo cammino virtuoso: dovere di tutte le istituzioni è quello di abbandonare inutili campanilismi in luogo di una visione collettiva e territoriale al fine di favorire l’efficienza dei servizi sociali operanti nel Sud della provincia di Salerno. I servizi sociali, oltre a rappresentare una rete di servizi utili alla persona, svolgono un fondamentale lavoro per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità che versano in situazioni di bisogno e di forte disagio.
È un organo che sempre più è diventato un trade union tra istituzioni e cittadini. Senza dimenticare l’importante ruolo ricoperto in tema di giustizia minorile e di supporto alle famiglie nella predisposizione di piani e programmi utili alla piena reintegrazione di minori che si macchiano di reati, favorendone un pieno recupero e un corretto re-inserimento nella società. Il ruolo ricoperto da ogni assistente sociale operante all’interno del Piano di Zona in questione, – discorso che può allargarsi a qualsiasi altro Piano di Zona -, è di fondamentale importanza e a cui non bisogna, per nessun motivo, rinunciare ma anzi incrementare, puntare a migliorarne l’efficienza partendo dalla messa in atto dell’opera di stabilizzazione degli operatori che quotidianamente prestano il loro servizio.
Ed è quello che tutti i 37 comuni facenti parte del Piano, a prescindere dalle casacche politiche di appartenenza, dovrebbero avere bene a cuore e a mente. Il cammino verso l’Azienda Speciale consortile è appena iniziato, staremo a vedere, ma è tempo di agire e che ognuno si assuma le proprie responsabilità.