di Enzo Sica
SALERNO – Carlo Perrone, un cuore diviso a metà. Un passato con la Lazio da calciatore come difensore, un futuro poi con le vittorie prima alla guida del Salerno calcio (denominazione della squadra di calcio che usciva dal fallimento) e poi della Salernitana come si chiamò la nuova società quando riassunse il suo nome attuale con il patron Lotito e Mezzaroma. E l’ex patron, il presidente della Lazio attuale, per rilanciare il calcio a Salerno si affidò proprio a questo tecnico romano che lui conosceva benissimo undici anni fa. Ed i primi mattoncini per arrivare anche a centrare la promozione in serie A tre anni fa dopo 23 anni proprio con la gestione Lotito li mise anche lui, Perrone con le prime promozioni dalla serie D in Lega Pro. «Guardi ho visto la prima conferenza stampa di quel periodo e con quella società volevamo riportare la squadra granata nel calcio che conta in cinque anni ma poi ci riuscimmo in tre». Ora si guarda già a sabato quando c’è una partita importante per la sua ex squadra proprio contro la Lazio, una gara che potrebbe anche essere lo spartiacque per una ripresa in questo campionato di serie A che ora vede i granata in ultima posizione.
Perrone ci dica: la Salernitana può davvero avere ancora chance di salvezza malgrado non abbia ancora vinto in stagione?
«Ma certo ci sono ancora tante gare da giocare e basta un niente per riprendersi. Peccato perchè la squadra è partita male fin dall’inizio di stagione ma bisogna anche dire che la concorrenza in serie A è spietata. Il livello è più alto rispetto alla scorsa stagione e, dunque, c’è stata questa falsa partenza che non come tutti si potevano aspettare.
Secondo lei anche l’ex allenatore Paulo Sousa ha le sue colpe?
«Diciamo che non essendo all’interno non so cosa può essere accaduto. Dall’inizio bisognava avere più chiarezza e forse la società si è anche indispettita per certe dichiarazioni dell’allenatore portoghese. Dunque qualche problema c’è sicuramente stato e non è stato sanato.
Ed ora l’arrivo di Pippo Inzaghi per salvare il salvabile?
«Spero che riesca a fare qualcosa di buono anche perchè va sempre ricordato che in campo ci vanno i calciatori e non ci andiamo noi allenatori. E dunque da loro ci si aspetta sempre di più.
Ma dopo dodici giornate, solo quattro punti. Cosa bisogna fare fino al mercato di riparazione di gennaio per coltivare ancora speranze di salvezza?
«Siccome la squadra non si può cambiare ora bisogna cercare di rimanere solo attaccati al carro delle altre che sono sopra di te in classifica, senza perderle di vista. Poi quando arriveranno i rinforzi che devono arrivare si potrà e dovrà fare qualcosa in più. Ma è necessario, come dicevo, fare quanti più punti possibile ora proprio per colmare lo svantaggio.
Però ci sono alcune prossime partite, sia in casa che fuori anche di difficile interpretazione?
«In serie A tutte le partite sono difficili. Iniziando già da quella contro la Lazio di sabato prossimo che è una buona squadra ma che va a corrente alternata. Ora non sta facendo benissimo la squadra di Sarri e mancherà anche un calciatore importante come Luis Alberto squalificato, che ha qualità eccellenti. E’ chiaro che la Salernitana ne dovrà approfittare anche se la Lazio verrà a Salerno a fare una partita importante per non perdere di vista le posizioni di alta classifica. La squadra di Inzaghi dal punto di vista caratteriale si deve compattare, dare tutto, portare a casa un risultato positivo.
Che sarebbe, certamente, beneaugurante?
«Ma si perchè questa squadra granata deve riprendere fiducia nei propri mezzi ed autostima. Poi nel momento in cui dovesse fare risultato contro la Lazio dovrà continuare su questa falsariga e dare continuità al percorso intrapreso.
Secondo lei non esistono gare da ultima spiaggia?
«Ma non e tanto meno lo possiamo dire dopo neppure un terzo della stagione agonistica. Dunque la Salernitana ricompattando tutte le componenti (società, squadra, tifosi) potrà superare, ne sono convinto, tutte le difficoltà del momento.
Lei è stato un grande ex difensore (ha giocato anche con Lionello Manfredonia grande calciatore della Lazio di tanti anni fa) ma come spiega che la Salernitana in 12 partite ha subito ben 24 gol?
«Ogni gara va vista nello specifico e quando non c’è compattezza in questo reparto si rischiano anche di prendere tante reti. E’ anche chiaro che incide molto il modulo che ogni allenatore adopera in ogni gara anche se penso che ora con Fazio difensore di grande spessore che ha tanta esperienza ma anche con gli altri componenti dello stesso reparto giovani che si stanno amalgamando certamente Inzaghi riuscirà a ricompattare il tutto. Bisogna anche sottolineare che forse alla base di prendere tanti gol c’è anche poco filtro a centrocampo e, dunque, il reparto difensivo va in grande difficoltà
Anche in fase offensiva è mancato tanto finora il capocannoniere che nella scorsa stagione realizzò ben sedici reti con sei assist?
«Dia secondo quando ho letto ha avuto qualche problema e con difficoltà del calciatore che gioca lontano dalla porta gli è sempre difficile ripetersi come ha fatto la scorsa stagione in fase offensiva. Dunque anche con questa ripresa che prima o poi arriverà del calciatore la Salernitana troverà la sua forza in fase offensiva ed i gol che serviranno tanto.
Mister quando sarà necessario l’apporto del pubblico di Salerno per questa, che ci auguriamo, possa essere a maggio la quarta salvezza consecutiva in serie A?
«Il pubblico di Salerno vale tanto. E lo dico io che ho vinto tanti anni fa. Deve stare vicino alla squadra, sostenerla. I calciatori in campo devono sopperire anche alle carenze tecniche attuali della squadra attuale per darle quegli stimoli in più che i calciatori recepiscono per moltiplicare le forze
Cosa vuole dire, in conclusione, ai tifosi della Salernitana che lei conosce bene anche in vista di questa sfida che la vede doppiamente impegnato con la mente sia come ex laziale che come ex granata?
«Guardi io mi sento sempre legato alla vostra città. Sono trascorsi quasi dieci anni da quando stavo in panchina e spero tanto che la Salernitana si salvi. Mi farebbe tanto piacere anche della Salernitana, della società che all’epoca ne sono rimasti davvero pochi. Forse solo l’addetto stampa Lambiase, il medico sociale Leo ed il magazziniere Gerardo che ricordo con affetto e saluto cordialmente.
L’immediato futuro di Perrone è ancora su qualche panchina?
«Si sto aspettando qualche chiamata da qualche squadra. Mi farebbe piacere ritornare dopo qualche anno. Ed a 63 anni penso che possono dare ancora qualcosa al calcio.