di Enzo Sica SALERNO. Qualcuno l’ha già battezzata, con una certa forzatura, la settimana decisiva per le sorti future della Salernitana. Soprattutto in chiave rilancio in classifica visto che stamane ci sarà l’ultimo allenamento dell’anno, prima del rompete le righe fino al 1 gennaio 2014 quando nel primo giorno del nuovo anno la squadra si ritroverà, con il tecnico Perrone, per la ripresa degli allenamenti in vista del match del Via del Mare di Lecce, fissato per sabato 4 gennaio alle ore 20,45 e che darà il via, ufficialmente, al girone di ritorno del torneo di prima divisione, girone B. L’anno 2013, però, si chiude con tante recriminazioni ma soprattutto con la squadra granata nelle retrovie.. Fuori dai play off, sentenzia impietosamente la classifica se il campionato fosse finito domenica scorsa dopo il pareggio contro la Paganese. I numeri dicono questo anche se bisogna certamente guardare il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Se da un lato, infatti, la delusione della tifoseria è tanta, dall’altro c’è un girone di ritorno da giocare, 51 punti in palio ma soprattutto la consapevolezza che, con qualche rinforzo in èpiù nel mercato di gennaio, questa squadra potrà davvero risalire la china. La cosa che più sconcerta, però, è una sorta di caccia alle streghe, come se tutto quanto è accaduto fosse colpa di una sola persona: l’allenatore Perrone. Diciamo che in certe situazioni (vedi risultati negativi) se non si può cambiare tutta la squadra il primo a pagare è il tecnico. D’accordo su tutto però bisogna fare dei distinguo, vedere quale è l’organico che ha avuto (ed ha) a disposizione questo allenatore. Che è lo stesso, tranne l’arrivo di Mancini, che aveva avuto Sanderra dall’inizio della stagione e che è stato un cammino, nel girone di andata, certamente fallimentare. Ma ora tutti hanno nel mirino solo Perrone. Uno dei co-patron lo voleva addirittura esonerare, hanno detto, dopo la gara contro la Paganese. L’altro, Lotito, sempre secondo le fonti dei bene informati non parla con il tecnico romano. C’è freddezza tra i due. Bah…Parole al vento che lasciano il tempo che trovano. Dice Perrone. «Sono tranquillo con la mia coscienza e vado avanti con questo organico che ho. Con i presidenti, d’altro canto, parlo sempre e non credo che ci sia stato da parte loro nessuna delegittimazione». Insomma la vera campana alla quale si deve credere è quella dell’allenatore che, d’altro canto, con la solita schiettezza, ha sempre ribadito che è un dipendente della Salernitana e se le cose non vanno bene è pronto a mettersi da parte. Ora per tanti critici diventa decisiva la gara contro il Lecce. Soprattutto in gioco c’è la stabilità della panchina occupata da Perrone. Si dice che si potrebbe andare su un usato sicuro rappresentato dal probabile ritorno del primo allenatore, se la situazione non migliorerà al via del Mare. Sulla parola usato sicuro si dovrebbe avere più cautela. Perchè certamente l’allenatore che ha preceduto Perrone non ha fatto registrare quei grandi risultati che tutti si aspettavano. La dimostrazione è rappresentata da gare certamente non eccelse viste sia all’Arechi che fuori casa. Il pubblico granata, d’altro canto, non è stato mai tenero con l’ex allenatore del Latina. Con Perrone, invece, il gioco in molte gare si è visto e soprattutto, in tante altre, l’allenatore romano, tra ionfortuni e squalifiche ha dovuto, in parte, snaturare il suo modulo di gioco proprio per cercare di venire a capo delle difficili situazioni createsi. Ma nel calcio, si sa bene, se non arrivano i risultati non esistono intoccabili. E’ una regola non scritta ma che pesa e peserà come un macigno anche sul futuro di un allenatore che, suo malgrado, ha scritto pagine importanti ed indelebili nella storia della Salernitana.
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