Perquisizioni, sequestri di cellulari, caccia a volantini del candidato “raccomandato” dal loro datore di lavoro. Le forze dell’Ordine subito al lavoro dopo la diffusione del famoso audio divulgata alla vigilia del voto, dove una persona che rappresenterebbe una cooperativa che ha un contratto di lavoro con il Comune, fece sapere ai propri dipendenti: “Io non sto dicendo di votarci ma mi aspetto che voi andate a votare, che ci siete per noi come noi ci siamo sempre stati per voi. Ve lo dico perché stavolta “mi so scervellat sezione per sezione”: so dove votate e personalmente me li vado a controllare. Questo non vuol dire niente, vuol dire solo una cosa: che da martedì mattina noi facciamo come fate voi, nel senso si vuij c stat p nuij, nuij c stamm p vuij (se voi ci siete per noi, noi ci siamo per voi ndr), come ci siamo sempre stati. Poi, se avete difficoltà, non ci volete votare, vi stiamo sulle palle allora ditelo prima perché altrimenti mi aspetto i voti che ho contato. Se voi ci siete noi ci saremo sempre ma penso che lo abbiamo già dimostrato a tutti, senza nessun tipo di polemica; è vero che non avete un obbligo ma esiste il rispetto reciproco e la correttezza. Noi ci siamo, ci siamo stati e mi aspetto che lunedì voi ci sarete per noi. Un abbraccio e buon lavoro ragazzi”. Nei cellulari si sta vagliando la chat dei dipendenti per capire chi ha diffuso l’audio poi diventato virale. Ma si stanno controllando anche l’elenco dei dipendenti, la loro sezione di voti e quanti voti ha preso il candidato “raccomandato”
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