Confronto, sinergia e condivisione per una full immersion di scambio e dialogo anche a tavola. La dirigente dell’Alfano I Elisabetta Barone ha concesso tutti gli strumenti per effettuare il seminario
Di Olga Chieffi
Quanti sono gli strumenti a percussione? Infiniti, tutto può diventare uno di questi, anche l’acqua o tutti gli altri strumenti, dal flauto al contrabbasso. Ritmo? Non solo: si insegue sempre il suono giusto, bello, l’agogica, l’interpretazione che Andrea Santarsiere e Giuseppe Cacciola, due figli del nostro Sud, ora nelle massime formazioni italiane l’Accademia di Santa Cecilia e il teatro alla Scala, hanno inculcato nei percussionisti in erba i quali hanno loro sottoposto pagine e pagine di musica: dallo studio per tamburello basco, al blues sul vibrafono ai passi d’orchestra famosi per i piatti Romeo and Juliet di Prokofiev o il finale della IV di Cajkovskij. Poi, tutti a tavola, un’accoglienza sopra le righe quella dell’Associazione Amicus, per tutti, per quanti hanno inteso sedersi e condividere, oltre l’ottimo cibo, nomi di percussionisti, pezzi, differenze d’intenzione su di un accento, un flam, un drum-fill…, tra cui anche il direttivo dell’Alfano I, il vice preside Girolamo Collura, con la consorte e il parroco di San Bartolomeo, che ha ospitato la master Don Salvatore Aprile, nonché il dirigente Elisabetta Barone che ha concesso, generosamente, per due giorni tutti gli strumenti agli allievi, dai timpani alla marimba, ai vibrafoni, al glockenspiel per il Die Zauberflote. “Penso che la masterclass – ha dichiarato la dr.ssa Barone – sia una bella occasione per gli studenti di confrontarsi con artisti di chiara fama e stimolo ad un ulteriore impegno nello studio dello strumento. La presenza di artisti qualificati e dei maestri del liceo, in un’atmosfera conviviale e accogliente, ha reso questa masterclass un unicum nel suo genere. La scuola ha messo volentieri a disposizione gli strumenti necessari nella consapevolezza di offrire un contributo alla crescita umana e artistica di tutti allievi”.