Pagano a Petrachi: Ricostruzione fantasiosa - Le Cronache Salernitana
Salernitana

Pagano a Petrachi: Ricostruzione fantasiosa

Pagano a Petrachi: Ricostruzione fantasiosa

SALERNO – Non si è fatta attendere la replica della Salernitana alle esternazioni di Gianluca Petrachi. A parlare, con una lettera aperta diffusa nella tarda serata di ieri, l’Amministratore Delegato della società granata Umberto Pagano (a sinistra nella foto con il ds Faggiano ed Antonio Donnarumma): “Pur non essendo avvezzo a replicare a esternazioni rilasciate a mezzo stampa — attività che solitamente lascio a chi sente il bisogno di raccontarsi — nell’interesse della società che rappresento, ritengo di dover intervenire dopo aver ascoltato le sorprendenti dichiarazioni del signor Gianluca Petrachi.Ho ricostruito i fatti con attenzione, nonostante non li abbia vissuti personalmente: forse proprio questa distanza aiuta a vedere con chiarezza ciò che altri tentano di offuscare. Sia chiaro: il vero fallimento non risiede nei numeri fantasiosamente reinterpretati dall’ex direttore ma nelle parole che ha rivolto a una società che, dopo un periodo di sua inattività, ha avuto l’ardire — oggi potremmo chiamarla eccessiva generosità — di affidargli un ruolo chiave. Il risultato? È stato necessario sollevarlo dall’incarico per totale incapacità di produrre risultati sportivi.Un dettaglio che nelle sue narrazioni trova sempre spazio… negativo. La sconfitta vera, in questa storia, non è il campo: è la scelta di puntare il dito contro altri nel tentativo di coprire proprie mancanze. Una strategia che ricorda quel vecchio detto: quando non si riesce a cambiare la realtà, si prova a cambiarne la versione.«Mi aveva scelto Brera Holdings e non la proprietà poi rimasta. Mi sono sentito intrappolato…» È curioso sentir parlare di “trappole” da parte di chi, dopo mesi di inattività, ha trovato improvvisamente una società disposta a offrirgli una scrivania, un ruolo, un progetto e persino fiducia.Se questa era una “trappola”, verrebbe da chiedersi quali fossero allora le alternative così allettanti da farlo sentire prigioniero. Ricordo sommessamente che una porta per uscire esisteva, bastava attraversarla. «Non mi sono dimesso per non far pensare che fossi io il problema». È una forma di modestia rara quella di ritenere che il problema potesse apparire qualcun altro. La realtà è che le dimissioni non sono arrivate non per delicate ragioni di immagine ma per una più semplice — e comprensibile — attenzione agli aspetti economici. Del resto, il coraggio è virtù: non è obbligatorio possederla. «Ho fatto il mercato con 1,2 milioni e ho generato 50 milioni di lavoro». Questa creatività aritmetica meriterebbe un premio o quantomeno un corso di aggiornamento di contabilità sportiva. Le cessioni effettuate hanno prodotto un evidente depauperamento del patrimonio tecnico. Quanto ai cosiddetti “risparmi” sugli stipendi, ricordo che il monte complessivo degli ingaggi è comunque rimasto pari a ben 21 milioni, non esattamente ciò che si definisce un budget da Serie B. Insomma, parlare di risorse insufficienti appare come minimo… pittoresco. In conclusione, la vera sconfitta non è l’epilogo dell’esperienza a Salerno ma il racconto distorto che oggi si tenta di costruire. Un racconto che, oltre a essere poco credibile, ha un difetto fatale: rivela più su chi lo pronuncia che sulla società a cui è rivolto. Per quanto mi riguarda, non nutro alcun rancore: semplicemente ritengo che in certi casi la soluzione migliore sarebbe accettare la realtà dei fatti, riconoscere i propri limiti e, con un pizzico di dignità, ripartire in silenzio. Non tutti ne sono capaci. E questo, più di ogni altra cosa, spiega il resto. L’unica cosa davvero certa in tutte queste dichiarazioni è che il tifo della Salernitana è semplicemente fantastico. Ora restiamo concentrati sulla partita di sabato: insieme possiamo fare la differenza. Umberto Pagano”.