Pagani, dal Mercato dell’Eccellenza al Mercatino delle Pulci - Le Cronache Provincia
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Pagani, dal Mercato dell’Eccellenza al Mercatino delle Pulci

Pagani, dal Mercato dell’Eccellenza al Mercatino delle Pulci

Tra degrado, disservizi e carenze strutturali, il Mercato Ortofrutticolo di Pagani–Nocera Inferiore — un tempo fiore all’occhiello del comparto agroalimentare del Sud — oggi vive una crisi profonda, fatta di incuria, confusione gestionale e assenza di visione. Scarti alimentari, rifiuti e mancanza di manutenzione hanno trasformato quello che doveva essere un luogo di scambio e sviluppo in un simbolo del fallimento amministrativo e gestionale. Operatori lasciati soli, spazi sporchi, servizi carenti e nessuna prospettiva di rilancio. In questo scenario, nel più assoluto silenzio, si tenta di “rilanciare” la struttura destinando il suolo, la domenica mattina, al mercato dell’usato, il cosiddetto “mercatino delle pulci”. Una scelta che lascia perplessi e che, come spesso accade, finisce per colpire ancora una volta gli operatori del settore ortofrutticolo, costretti a lavorare tra disagi e disordine durante le operazioni di scarico e preparazione alla vendita. Intanto, tra direzione e management regna un silenzio assordante, che non fa che evidenziare un’incompetenza ormai palese e una totale assenza di programmazione. Mentre si improvvisano nuove formule per “valorizzare” la struttura, chi ogni giorno garantisce la filiera produttiva e commerciale continua a subire le conseguenze di una gestione incapace persino di assicurare l’ordinario. Nel frattempo, i sindaci di Nocera e Pagani esultano per i finanziamenti ottenuti — guarda caso in prossimità della campagna elettorale — destinati al ripristino delle strade, mentre la struttura che dovrebbe rappresentare il cuore pulsante dell’economia agricola locale resta dimenticata, preda di degrado e improvvisazione. Un paradosso che pesa come un macigno sulla coscienza politica di chi avrebbe dovuto valorizzare un’infrastruttura strategica per l’intero Agro Nocerino. I padri fondatori del mercato, i vari D’Arezzo & Company, probabilmente si staranno rivoltando nella tomba nel vedere ciò che ne resta di un progetto che, un tempo, significava lavoro, dignità e sviluppo. Oggi, invece, resta solo il mercato dell’usato. E la sensazione che, mentre la politica si vanta di piccoli annunci e promesse, il vero valore del territorio venga svenduto al miglior offerente.