Pagani. Camorra e appalti al Comune. 16 indagati - Le Cronache Provincia
Provincia Pagani

Pagani. Camorra e appalti al Comune. 16 indagati

Pagani. Camorra e appalti al Comune. 16 indagati

Pagani. Appalti pubblici, infiltrazioni e condizionamenti del clan Fezza/De Vivo: la Dda di Salerno chiude le indagini e mette sotto inchiesta 16 persone tra cui il sindaco De Prisco e l’assessore Pietro Sessa accusati dal pm Elena Guarino di aver agevolato l’infiltrazione camorristica nel tessuto della macchina comunale di Palazzo San Carlo. Il primo cittadino risponde di turbativa d’asta e l’assessore al Commercio Sessa di falso ideologico. Sul registro della procura figurano inoltre Alfonso Marrazzo di Pagani (ex consigliere comunale e assessore all’ambiente già condannato per una vicenda legata alla cosca della Lamia), Claudio De Cola di Carmagnola in provincia di Torino e l’ex dirigente comunale di Palazzo San Carlo Bonaventura Tramontano di Pagani. Quindi Pietro Bonaventura di Pagani, Aniello Giordano di Pagani, Giuseppe Serritiello di Salerno, Matteo De Feo di San Marzano sul Sarno e Dario Ippolito di Pagani. E ancora Carmine De Riso, Pierluigi e Sabato Fontana di Boscoreale e Giuseppe De Vivo di Pagani. Nell’operazione di mesi fa venivano contestati, a vario titolo, i reati di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale. Nel collegio difensivo tra gli altri, Rino Carrara, Massimo Balzano, Vincenzo Calabrese, e Gregorio Sorrento. L’indagine è relativa all’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza-De Vivo, che attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo nonché consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino al 2016, mediante la cooperativa Pedema di cui era presidente, società che sarebbe stata utilizzata dal clan Fezza-De Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della amministrazione comunale. Marrazzo, attraverso la Pedema, sarebbe riuscito ad ottenere (dietro assunzione di figlio e nuora), in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia Covid 19, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto. La volontà di condizionare la struttura amministrativa, tramite il potere imprenditoriale ed economico acquisito dalla cooperativa Pedema, avrebbe indotto il clan Fezza-De Vivo a tentare di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione, poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo tentare di instaurare rapporti con quella che aveva portato Raffaele De Prisco a guidare l’ente di Palazzo San Carlo. Ora tutti hanno 20 giorni di tempo per rendere dichiarazioni al pm prima che lo stesso magistrato chieda per tutti il processo.

Seguici su twitter

@LCronache

Seguici su Instagram

@le_cronache

Seguici Su Facebook

Segui in tempo reale