di Mario Capo*
La prima pietra fu posta nel 1967 (anno della mia nascita) e i lavori proseguono, seppur lentamente, fino ad un punto di stallo alla fine degli anni 80. Nel 1995 Sindaco Mautone Presidente regione Campania Rastrelli vengono finanziati circa 20 miliardi di lire per il completamento della struttura.
Nel 2007 Sindaco Domini presidente Regione Bassolino si inaugura l’ospedale. Nel 2008, dopo appena un anno, il consiglio regionale approva il piano sanitario regionale che prevede la fuoriuscita dell’ospedale di Agropoli dalla rete dell’emergenza, prevede, in altri termini, la chiusura del Pronto soccorso.
Il proponente era l’assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano (Margherita), Alfieri era assessore provinciale (Margherita) e si apprestava a diventare sindaco. Nel 2009, sindaco Alfieri, l’assessore Montemarano proprio lui, dopo avere fatto approvare la legge che prevedeva la soppressione del Pronto soccorso si candida alle elezioni Europee con la Margerita e ad Agropoli grazie al sostegno di esponenti dell’amministrazione comunale ottiene un eccezionale risultato infatti è tra i primi eletti nella nostra città.
Nel 2010, appena nominato commissario per il rientro del debito nella sanità, Caldoro, in applicazione delle previsioni del piano regionale di Montemarano del 2008, emette il famigerato decreto 49 che dispone la riconversione dell’ospedale di Agropoli. Nel 2013 il Direttore Generale dell’Asl Squillante mette in esecuzione quanto previsto nel decreto 49/2010. Dal 2008 al 2013 attività dell’Amministrazione Comunale contro la chiusura dell’ospedale quasi zero, anzi meno uno, perché perdiamo anche l’unica cosa positiva prevista nel piano sanitario regionale: il polo oncologico.
Addirittura su proposta del sindaco Alfieri il consiglio comunale votò una delibera contro il polo oncologico. Mentre in consiglio regionale proprio gli esponenti della stessa cordata politica votavano contro la proposta dei consiglieri regionali Brusco e Gagliano per il rientro dell’ospedale di Agropoli nella rete dell’emergenza urgenza. Fin qui la storia! Poi le vicende recenti di ripetute inaugurazioni tutte a ridosso delle campagne elettorali sono sotto gli occhi di tutti. Un ospedale che ospedale non è e che non lo diventerà perché se dovesse diventarlo finirebbero le inaugurazioni e finirebbe un argomento importante di campagna elettorale.
C’è qualcuno che con onestà intellettuale e senza demagogia e generalizzazioni saprebbe dirmi di chi sono le responsabilità della chiusura dell’ospedale?? Non servirà a nulla ma almeno farà riflettere gli Agropolesi sulla necessità di capire le cose se non si vuole subire altri ed altri oltraggi! Quanto alla cronaca di questi giorni è persino deprimente osservare la pochezza di questi amministratori. Non c’è in consiglio comunale un solo consigliere comunale di maggioranza disposto ad anteporre la salute dei suoi concittadini agli interessi di cordata. Io non nutro alcuna speranza e non ripongo in questi amministratori neanche un briciolo di fiducia. Non hanno la statura per trattare aspetti così rilevanti per la collettività. Possono solo impiegare le giornate a sistemare qualche cliente, distribuire qualche piccola prebenda e accaparrarsi qualche privilegio personale.
Tutto qua. La loro funzione pubblica è inesistente. Quindi, assodato che gli amministratori nulla e dico nulla sono in grado di fare la domanda è: ma gli agropolesi? Sono davvero disposti a subire ogni sopruso? Come vogliono svolgere la loro funzione di cittadini? Vogliono qualificarsi come cittadini autonomi e liberi o la loro massima ambizione è quella di essere qualificati come “clienti” e di mostrarsi come clienti affidabili in attesa che arrivi qualcosa? In tal caso è chiaro che chi cerca di trattare argomenti di interesse pubblico e di sollevare l’attenzione su un problema così grave, sta urlando al vento sta perdendo solo tempo.
In questo quadro sconfortante una cosa è certa: finché il Comune di Agropoli sarà occupato dagli affiliati di chi a sua volta è affiliato al presidente della Regione Campania l’ospedale rimarrà solo uno strumento di campagna elettorale e i cittadini altro non potranno fare che affidarsi alla fortuna e per chi crede alla volontà del Padreterno.
*Delegato Nazionale Forza Italia