di Andrea Pellegrino
«Abbiamo “scassato” a Napoli, possiamo farlo anche a Salerno». Nel «fortino» di Vincenzo De Luca, il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris lancia la sfida: inaugura la sua prima Agorà Dema e, grazie all’adesione di Dante Santoro, approda anche in consiglio comunale. Il gruppo Giovani Salernitani di Santoro si arricchirà, dunque, anche della dicitura Dema, già a partire con molta probabilità dalla prossima seduta. Un pomeriggio salernitano, quello di de Magistris, accompagnato dal fratello Claudio. Un primo incontro con simpatizzanti ed amministratori della provincia di Salerno, poi l’apertura della sede, ed infine la presentazione del suo libro “La città ribelle” nel sala del bar Moka di Corso Vittorio Emanuele. L’obiettivo è sbarcare a pieno titolo e con consenso, in provincia di Salerno, per tenersi “pronti a tutto”, guardando con particolare interesse alle prossime regionali. Per ora, di DeMa non mancherà la presenza alle imminenti amministrative. Nel napoletano ci sono già liste e simboli, mentre qui il movimento è approdato a Nocera Inferiore e sosterrà Alfonso Schiavo. «Dobbiamo avere rappresentati nei consigli comunali – dice il sindaco partenopeo – la nostra formula ci ha permesso di vincere a Napoli, contro i partiti e contro il governo centrale. La nostra forza sono i giovani che, soprattutto a Napoli, sono stati il motore della vittoria». Fino a poco tempo fa associazione culturale, ora DeMa si trasforma in movimento politico, con congresso già fissato per il 2018 e che potrebbe estendersi in tutta Italia, con l’ambizione, spiega il suo leader: «Di governare, un giorno, questo Paese». Ma un passo alla volta, dice de Magistris: «Ora ci sono le amministrative, poi le politiche, poi le europee e le regionali. Vedremo quando saremo pronti». Per ora, spiega: «Vogliamo portare le lotte, le idee e i contenuti di questo movimento politico in quei territori in cui c’è sede di giustizia: io vedo grande fermento a Salerno ed in provincia (Cava, Eboli, Nocera, Pagani). C’è la voglia di unirci con chi lotta sui territori: uomini liberi per costruire istituzioni migliori». Sfida accettata, al momento, da Dante Santoro che già in occasione della battaglia referendaria aveva portato de Magistris a Salerno per dire no alla riforma Renzi.